lunedì 15 dicembre 2014

INDIA DEL SUD WHY NOT?! Capitolo 5

MYSORE - HAMPI 1st Day
Sveglia traumatica per Abel e Nina, alle 8.00 li hanno chiamati al telefono della stanza per capire se rimanevamo ancora un giorno o no. Ovviamente decidiamo di lasciare questo posto e andiamo in stazione dei treni per prenotare i biglietti. Il treno parte alle 18.40 e abbiamo mezza giornata da passare ancora in giro. Ritorniamo al mercato e facciamo acquisti da dei ragazzi che vendono incensi e oli essenziali. Io compro un paio di profumi: “king of garden, kerala flower”. Vale si prende dei incensi e ci fanno vedere come vengono fatti. 
Facciamo ancora due passi nella città e quando inizia a fare veramente caldo andiamo in stazione dove abbiamo lasciato gli zaini. Passiamo molte ore in stazione, parliamo con gli indiani curiosi, giochiamo con bambini e io faccio molte foto. Adoro fotografare in stazione, mi piacciono tutte le stazioni, è uno dei luoghi che preferisco, vedere la gente partire e quella arrivare, persone che vivono in stazione, quelli che aspettano qualcuno che deve arrivare. Ecco le stazioni indiane sono quelle più belle, perché la gente le rende loro, si creano dei cerchi di persone sedute per terra che mangiano e bevono, coppie di anziani che dormono per terra, ragazzi che si lavano i denti sui binari.


Quando arriva il nostro treno non abbiamo i posti prenotati, in realtà abbiamo due posti per 4 persone e le altre 2 dovranno aspettare che arrivi il controllore. La sleeper class è strapiena, le persone sono sedute ovunque, per terra è sporchissimo, riusciamo a trovare i nostri posti e Vale si preoccupa a pulire i sedili con delle salviette, non vi dico di che colore erano. Riusciamo a sederci tutti incastrandoci come fanno gli indiani, una delle tante cose belle di loro è il contatto fisico, in tutti i mezzi di trasporto sono appiccicati e incastrati, anche tra sconosciuti. Io per distrarre un pò Vale, visto che è scioccata dalla situazione, le chiedo di fare una partita a carte, le 14 ore di viaggio sono appena iniziate. 

Neanche a 20 minuti dalla partenza quando tutto sembrava così tranquillo ci passa sotto i sedili un topo. Immaginate la reazione nostra e la tranquillità degli Indiani, gli animali per loro fanno parte della vita quotidiana e ogni essere vivente viene rispettato e lasciato in pace. Ora siamo noi che non ci sentiamo in pace e Vale è convinta che il topo sia finito in uno zaino. Ci mettiamo a ridere tutti quanti e dimentichiamo subito questo nuovo compagno di viaggio grazie all’allegria e la vita dell’India che ci passa davanti. Un vagone di un treno è il vero contenitore di questo stato, viaggi lunghi come questi per percorrere pochi km sono un susseguirsi di eventi straordinari, uno dietro l’altro, non c’è un momento di tranquillità. Le ragazze fanno amicizia con una ragazza che è più giovane di noi e ha un figlio di 2 anni. Il bimbo sale sui nostri sedili e Vale e Nina si mettono a giocare con lui. Quando arriviamo a Bangalore scende la mamma e il bimbo e in molti iniziano a preparare la postazione per dormire, noi siamo ancora in 4 su due posti e speriamo di trovare un posto perché dormire su questi letti si fa già fatica a stare da solo, soprattutto io che sono lungo. 
Finalmente arriva il controllore e mi dice che posso spostarmi, mi ha trovato un posto per dormire. Dormo di sasso anche se la vita sul treno continua, mi metto i tappi nelle orecchie e mi copro con la mia sciarpa.
Mi sveglio e pian piano si svegliano tutti, ricominciano a passare i venditori di caj e coffe, qualcuno si lava i denti e sputa fuori dal finestrino. Io do il buongiorno a Vale e vado a farmi un giro tra i vagoni, fuori il cielo inizia a diventare rosa si vedono delle montagne rosse.




Arriviamo a Hospet verso le 7.00, ci assalgono i guidatori di Tuk tuk e provano a proporci il viaggio fino ad Hampi per 200 rupie, noi vogliamo andare in stazione dei bus, sappiamo che il bus costa 14 rupie a testa. 
L’ingresso ad Hampi è surreale, il villaggio è circondato da templi e grandi rocce arrotondate di colore arancione. Ci sono un sacco di persone in giro, questa volta decidiamo di non scegliere subito la stanza ma prima facciamo colazione in un posto spartano, la signora che ci serve ha degli occhi dolcissimi ed è sempre sorridente, Appena finiamo la colazione io e Vale facciamo un giro per cercare la stanza, troviamo un posto molto bello, colorato, pulito e soprattutto con il balcone e il tavolino all’aperto per i momenti di relax. Dopo una doccia e un riposino siamo pronti per farci dare il benvenuto da Hampi e il suo popolo. Scopriamo che oggi c’è un festival religioso al tempio. Dura tutta la sera e andiamo a vedere i preparativi, stanno montando le bancarelle, arrivano tantissimi gruppi di persone, nel cortile di questo bellissimo tempio sono accampate famiglie, qualcuno è disteso e dorme, bambini corrono e giocano, dei maschi fanno delle danze tradizionali con dei bastoni di bambù. Siamo ipnotizzati da questo clima spirituale da questa energia mistica.







Decidiamo di andare a mangiare qualcosa per poi tornare con il buio a vederci il tempio illuminato. 
Dopo il pranzo/cena il tempio è ancora più affollato, ci sono tantissimi lumini accesi per terra, qualcuno cerca una postazione per terra per passare la notte, fuori le bancarelle sono ancora tutte attive, noi invece siamo abbastanza stanchi e torniamo nella nostra guest house per guardarci Hampi dal tetto. Dal tempio si sentono ancora i suoni e sembra un mantra collettivo che ci da la buonanotte.




HAMPI 2nd Day
Buongiorno Hampi, io e Vale ci siamo svegliati molto presto e andiamo al Ghat dietro al tempio. Ci sono molte persone che dormono per strada, sono tutte quelle che hanno partecipato al festival di ieri sera. Il Ghat di Hampi è grande e oggi c’è veramente tanta vita, i vari scaloni che scendono verso il fiume fanno da base per chi ha lasciato la propria roba per andare a farsi il bagno nel fiume. L’acqua è gelida e qualche bambino piccolo piccolo viene portato di forza per esser lavato in questo posto sacro. Oltre alla pulizia del corpo al Ghat vengono anche per lavare i vestiti o le pentole. Io faccio qualche foto e osservo in silenzio quello che succede, l’India è speciale anche per questo perché quello che noi dissolto facciamo solo in casa qui lo trovi davanti agli occhi di tutti, c’è poca riservatezza, si condivide la propria vita in strada e si rendono partecipi le persone che sono intorno. Sia io che vale ci accorgiamo che siamo qui da un bel pò e sentiamo che il corpo ha bisogno di cibo. 



Andiamo a recuperare Abi e Nina che si sono fatti una bella dormita e ritorniamo a fare colazione dove siamo stati ieri appena arrivati ad Hampi. Questo posto ci piace particolarmente perché è gestito in tutto da una famiglia Indiana, anche oggi quando ordiniamo la nostra colazione si ripete la stesa scena di ieri, il capofamiglia va in cucina e manda la figlia che non è ancora partita per la scuola a fare la spesa per la nostra colazione. 
Passiamo il resto della giornata a passeggiare per il villaggio, entriamo in qualche negozio e rimandiamo lo shopping ad una delle prossime mattinate. Conviene sempre fare gli acquisti al mattino e sperare di essere il primo cliente perché così ti trattano benissimo e puoi scendere tanto di prezzo, loro devono trattare bene il primo cliente per poter avere una giornata fortunata negli affari.


Aspettiamo l’ora del tramonto rilassandoci, leggendo e scrivendo in un locale molto chill out. Verso le 17 andiamo sulla collina sopra il tempio, è un parco di resti dei vecchi tempi e di rocce tondeggianti ed enormi. Ci sono già delle persone  rivolte verso l’orizzonte e poi ci sono tantissime scimmie e cani, si vede che anche loro si vogliono ricaricare con la luce meravigliosa del tramonto. Il posto è magnifico, la luce è molto bella e ci sono delle bellissime vibrazioni. Anche oggi abbiamo allungato la vita di 5 minuti, noi come le coppie di Indiani, le famiglie, i turisti da tutto il mondo, le scimmie e i cani. Lo stesso tramonto per tutti, per te uomo e per te animale, siamo tutti sullo stesso palco, siamo protagonisti di questa poesia chiamata Vita. 

Peace, love and light
mr. D



giovedì 11 dicembre 2014

INDIA DEL SUD WHY NOT!? - Capitolo 4


MUNNAR 3rd Day
Oggi ci svegliamo pe le 5.00, prima del gallo di Lucy, Ganesh ci aspetta in piazza difronte alla statua di Gandhi. In giro è ancora buio ed è molto fresca l’aria, siamo ancora tutti storditi. Saliamo sul tuk tuk e si va su per le montagne. Non so come ma Ganesh in mezzo a questo buio guida senza problemi, fa la strada a memoria, pian piano vengono fuori le forme delle piantagioni si vedono le silhouette. 


Ci fermiamo in un punto dove la visuale è bella larga si incominciano a vedere i primi colori dell’alba. Io e Vale facciamo un piccolo sentiero per andare ancora più in alto, ci sediamo su delle rocce e davanti a noi il paesaggio diventa fatato, comincia a cambiare colori man mano che il sole si alza, un bellissimo buongiorno. Faccio poche foto e rimaniamo in silenzio a osservare la natura che si sveglia.



Dopo questo bellissimo buongiorno Ganesh ci porta a vedere delle cascate e poi ritorniamo a Munnar.
Passiamo il pomeriggio a pianificare le prossime tappe e cercare un modo per spostarci a Mysore, domani lasceremo il verde.





MUNNAR - MYSORE

Oggi dobbiamo lasciare la casa di Lucy, il bus è alle 16.00 e Lucy gentilmente ci ha detto che possiamo rimanere in stanza anche dopo l’orario di check out. 
Dal villaggio si sentono molti suoni, ci incuriosisce molto, Vale e Nina decidono di scendere per vedere cosa succede. 
Al loro ritorno ci dicono che è un festival religioso al tempio. Io finisco di preparare lo zaino recuperando tutta la roba che ho sparsa in giro per la stanza e faccio un salto anch’io. 
Sono in mezzo ad una folla di gente, l’India è sempre piena di gente ma oggi ce né veramente un sacco. Sono tutti in fila per entrare nel tempio, c’è un serpente di persone e tutti hanno in mano un qualcosa da portare in donazione, cocco, banane, fiori, incensi, poster religiosi. 



Dal tempio si sentono musiche religiose e sono tutti sorridenti e conciati per bene per l’occasione, la maggior parte dei bimbi è rasata e c’è anche una bella fila dal barbiere per quelli che sono arrivati con i capelli lunghi. Qualche metro più in là dal tempio ci sono le bancarelle che vendono di tutto e di più, da oggetti religiosi a quelli per la casa, giocattoli e cibo. Vedo che c’è anche un Luna Park, le giostre Indiane mi hanno sempre fatto troppo ridere, sembra di fare un salto nel passato, sono in legno e la maggior parte funziona ancora con la spinta a mano dei proprietari. I bimbi si divertono da matti, giocano, mangiano gelati, qualcuno dorme per terra e i genitori parlano tra di loro. 
Sono l’unico occidentale in tantissimi mi chiedono di fare una foto con loro, ormai sono e siamo abituati, per loro noi siamo strani e a volte anche solo una stretta di mano è una cosa nuovissima per loro perché magari non hanno mai toccato un uomo bianco. 
Purtroppo è arrivata l’ora di partire e gli altri mi aspettano.
Arriviamo alla stazione e saliamo su un bus moderno, partiamo per scendere dai monti.
La strada è bruttissima, tantissime curve e frenate, alcuni tornanti bisogna farli in 2 manovre, siamo in silenzio tutti e 4, cominciamo a soffrire di pancia e inizia a fare molto caldo, non vi dico che sofferenza. Dopo circa 3 ore l’autista frena di colpo, fuori è tutto buio, un ragazzo da davanti ci chiama, ci alziamo e vediamo che i fari del bus illuminano il bosco e vediamo una famiglia di elefanti selvatici, WOOOOW CHE BELLO!!
Dopo un cambio, 6 ore di viaggio in un sleeper bus, 3 ore di local bus arriviamo a Mysore, siamo stravolti, cotti, stropicciati in faccia e io con un mal di testa fortissimo. Non ho mai sofferto così tanto un viaggio, mi sento come dopo una mega sbronza di vino non buono.
Troviamo un albergo il prima possibile, i nostri corpi necessitano di riposo, la fretta ci ha fatto scegliere un posto poco accogliente e poco pulito.
Dormiamo 3 ore e usciamo nel caos di questa città, non siamo più abituati a stare nel traffico, ci sentiamo spaesati e lo si vede dalle nostre facce. Il giro per la città dura poco, visto per mangiare qualcosina e andare in un bellissimo mercato e poi fare tappa al Mysore palace. Al ritorno in stanza delusi dall’atmosfera decidiamo di scappare da qualche parte il giorno dopo, la voglia di andare ad Hampi è grande e forse trascuriamo quello che circonda questa città ma durante il viaggio bisogna seguire le sensazioni.

Peace love and light
mr.D
Ecco alcune immagini da Munnar, se cliccate sulla foto la vedete in grande...









martedì 9 dicembre 2014

INDIA DEL SUD WHY NOT!? - Capitolo 3

MUNNAR - 1st Day
Oggi lasciamo la nostra base e salutiamo Paul che ci ha aiutato a stabilire le possibili tappe per i prossimi giorni. Destinazione Munnar, la più grande regione coltivazione del Tè dell’India del Sud.
Ovviamente prendiamo un local bus, sono circa 90km da fare in 4/5 ore, la formazione è la stessa, donne davanti e io e Abi dietro. Questa volta Vale e Nina non sono da sole ma sono in compagnia di una ragazza svedese. Nel bus nonostante ci fossero rumori del traffico indiano si sentono molto bene le 3 donne occidentali che “cicolano e ciacolano”, io e mio fratello invece non so come ma riusciamo a prendere sonno. Ci sveglia l’aria frizzanti e siamo circondati da un caleidoscopio di sfumature verdi. 


Siamo ipnotizzati dal paesaggio e anche le ragazze non parlano più ma si godono lo spettacolo di colori e linee morbide.
Arrivati a Munnar chiediamo informazioni per raggiungere la home stay che ci ha prenotato Paul.
Ci accoglie una signora sorridente e gentile, si chiama Lucy e io la saluto canticchiando “Lucy in the sky with diamond…”  Vediamo 2 stanze ma alla fine decidiamo di prendere una camerata con 4 letti matrimoniali, doppi servizi a 1000rupie (12 euro). Riusciamo a rilassarci un paio di ore e poi usciamo a mangiare, ci servono dell’ottimo cibo molto speziato ma i sapori sono woow e ci lecchiamo i baffi. 
Ritorniamo in camera e finalmente passiamo una notte fresca senza zanzare. Non vi dico che clima festoso da colonia si è creato in camera, sembriamo degli adolescenti in vacanza. 



MUNNAR - 2nd Day
Stamattina mi hanno svegliato i galli di Lucy, nessuno si lamenta e continuano tutti a dormire, io in silenzio esco dalla camera e vado a vivermi un po' di vita da strada e approfittare della buona luce per fare qualche foto da solo. Mi fermo in un posto locale a bere un masala caj (Tè speziato) e mangiarmi una buona samosa, qui mi metto a ridere e scherzare con la gente locale anche perché tutti sono affascinati dai miei baffi e gli vogliono toccare. Dopo un'eretta torno in camera e trovo tutti belli svegli pronti per affrontare un nuovo giorno.


Nina si è fatta lasciare dalla ragazza svedese il numero di telefono di una guida locale. Proviamo a sentirlo ma lui è già in giro con altre persone, ci ha detto però che un suo collega sarebbe venuto al posto suo e nel giro di 5 minuti si è presentato davanti alla nostra stanza.
Ci ha proposto un giro di 5 ore in tuk tuk, costo 200 rupie a testa (2,50 euro). 
La nostra guida si chiama Ganesh, parla un inglese comprensibile, devo dire che facciamo veramente fatica tutti e 4 a capire gli indiani quando parlano l’inglese, l’unica che riesce ad azzeccare sempre è Vale, ha un buon intuito mentre noi siamo più impegnati a capire parola per parola. 
La prima tappa del nostro tour in questa giornata serena con un cielo azzurro è osservare le donne che raccolgono le foglie di Tè, Ganesh ci spiega quali foglie devono essere tagliate e come si riconoscono le diverse tipologie di Tè, alcuni cespugli hanno più di 120 anni. Questo lavoro viene fatto solo da donne, hanno delle grosse forbici con dei contenitori montati, ad ogni taglio si depositano le foglie in questi contenitori e poi con un movimento sopra la testa buttano le foglie in delle sacche che hanno sulle spalle. Le signore che raccolgono il Tè vivono in dei villaggi che sono stati costruiti dalle diverse compagni che si dividono le piantagioni di questo territorio. Le compagnie assicurano anche l’istruzione ai figli delle signore e non le fanno lavorare più di 8 ore al giorno. 



Il tour prosegue e ogni tot di curve ci fermiamo per osservare panorami diversi e bellissimi. Postazioni ideali per gli amanti di fotografia paesaggistica, io provo a fare qualche foto ma preferisco osservare questo paradiso senza il mirino della mia camera, non mi sento in grado di raccontare quello che vedo, non sento le stesse vibrazioni  di quando fotografo la poesia della vita. Lascio che mi si riempia lo spirito e nessuno di noi parla, ci rilassiamo ci lasciamo nutrire dalla madre natura. 
Facciamo pausa in un punto da dove si vedono le coltivazioni di coriandolo e altre spezie, qui c’è una baracca, un ragazza mi chiama per farmi vedere qualcosa sugli alberi, faccio fatica a capire cosa mi vuole far vedere, quando ci raggiungono anche gli altri vediamo che dagli alberi vola via un’aquila. Ci beviamo uno dei migliori caj che ci prepara la moglie del ragazzo e conosciamo anche il padre, parliamo a gesti e sorrisi, entriamo nella baracca e vediamo in che condizioni misere vive questa famiglia, nonostante tutto ciò sono sorridenti e positivi. Paghiamo quattro volte in più il prezzo che ci ha fatto la signora e ci salutiamo felici.



Dopo quasi 2 ore di punti panoramici arriviamo alla Top Station View, uno dei punti più alti, 1950m di altezza. Qui facciamo pranzo all’aperto e poi scendiamo verso Munnar facendo la stessa strada ma la luce e la prospettiva è diversa, sembra tutto nuovo. 
Ganesh si è meritato un bella mancia e ci diamo appuntamento a domani per andare a vedere l’alba. 

Peace love and light


mr.D




domenica 7 dicembre 2014

INDIA DEL SUD WHY NOT?! - Capitolo 2

ALLEPPEY - BACKWATERS
Ieri sera Adam ha deciso di posticipare la sua partenza da Kochin per Varkala e venire con noi in gita, funziona così quando si viaggia senza programmare e anche noi stiamo già modificando il nostro itinerario iniziale. 
La moglie di Paul ci ha preparato la Kerala Breakfast, noodle di riso fatti al momento da condire con uova sode e una salsa al curry e altre spezie oppure da immergere in latte e zucchero. Ora che siamo carichi come delle molle aspettiamo Adam ma è in ritardo di 15 minuti e quindi partiamo senza di lui. Prendiamo 2 bus locali, le donne si siedono ai posti davanti e io e mio fratello siamo dietro. Per fare 60km ci impieghiamo 3 ore, arrivati alla stazione dei bus cerchiamo una barca per fare il nostro giro nella “Venezia dell’India del Sud”, i prezzi sono onestissimi, una barca tutta nostra per un giro di 5 ore sono 2000 rupie (25 euro per 4 persone). Ci immergiamo in questo mondo d’acqua circondati da una vegetazione esotica, canoe, houseboat (case sulle navi). 


La nostra barca “super lusso” ha 4 poltrone e una chaselong matrimoniale con materasso. Da questa postazione comodissima vediamo scorrere la vita dei villaggi che attraversiamo, donne che lavano piatti e pentole, uomini che si lavano come se fosse un bagno privato e bambini che si tuffano e giocano in acqua e fuori. Ogni tanto il nostro capitano fa delle soste e scendiamo per vedere i campi di riso e i villaggi, una sosta l’abbiamo dedicata per assaggiare il coconut tori, birra di cocco, io e Abi abbiamo deciso di provarne mezzo litro, ne abbiamo lasciato 3/4, gusto disgustoso che non ci è piaciuto affatto, una delle poche cose che mi ha proprio lasciato un brutto sapore in bocca, ed è veramente raro qui in India. Tutto quello che provo è molto buono, sapori nuovi, forti, che ti stupiscono il palato ,a volte ti mettono in difficoltà per il gusto forte delle spezie ma basta abituarsi. 




Ad un certo punto si è messo a piovere ed è diventato tutto ancora più affascinante, i bimbi hanno cominciato ad uscire dalle scuole e per non bagnarsi usano foglie di palma, l’atmosfera intorno come dice Vale sembra quella del film Anaconda. Noi si stiamo proprio rilassando, questa gita sta inebriando i nostri occhi per i paesaggi che ci passano davanti, peccato per il cielo bianco e per una luce fiacca che non mi invoglia a fare tante foto, mi lascio ondeggiare dalla barca e mi godo la bella compagnia, bello condividere anche questo.
Finisce di piovere e finisce anche il nostro tour, questa volta diventa difficile trovare il bus per tornare a Fort Kochin e la stazione è piena di gente. Ci fanno salire su un bus affollatissimo e la partenza è subito sprint, Vale scivola e molla una gomitata fortissima ad una signora io mi trovo spiaccicato su un signore e Nina e Abi nonostante un anno in Australia fanno fatica a stare in equilibrio, si vede proprio che hanno fatto poco surf. L’autista di questo bus è un folle, prima regola, vietato guardare davanti, è un continuo sfiorare le altre macchine e voler superare tutti suonando il clacson, ci stiamo cagando sotto tutti quanti e stare in piedi sicuramente non aiuta. A metà viaggio troviamo posto per sederci e arriviamo salvi a casa. Questa sera dopo una cena in un ristorante locale dove tutti mangiano con le mani ritorniamo nella nostra stanza e prima di andare a letto ci guardiamo i video che ha fatto Abi in Australia. Sono diventati due grandi viaggiatori Abi e Nina, per ora hanno fatto 30 mila km con il loro van Scarpina e hanno visto dei posti meravigliosi. 
Ultima sera da Fort Kochin, domani si parte per Munnar, ritorneremo qui da Paul a fine viaggio. 




Peace love and light mr. D 

venerdì 5 dicembre 2014

INDIA DEL SUD WHY NOT - Capitolo 1

La partenza mi provoca sempre agitazione, una sensazione positiva che ti carica con lentezza. Il volo è da Malpensa e devo dire che anche questa volta è stato molto economico, Valentina è stata molto brava a trovare un biglietto di 430 euro fino a Kochin. L'abbiamo acquistato a fine giugno ed è il periodo ideale per quanto riguarda le offerte on line, voliamo con AIR INDIA. 
Ci hanno accompagnati la mamma e il fratello di Vale e siamo partiti con una mezz'oretta di ritardo. L'aereo era pieno, sedili non tanto comodi per le 11 ore di viaggio ma l'intrattenimento non è male, siamo riusciti a guardare qualche film e io ho pure giocato con qualche video game. Non sono riuscito a dormire molto, solo un paio d'ore nonostante i 3 bicchieri di Whiskhy. 
Una brutta notizia appena atterrati a New Delhi per lo scalo, non ci hanno lasciato uscire dalla transfer zone nonostante le 9 ore dal volo per Kochin. Le ore di attesa poi sono aumentate a 11 e poi finalmente abbiamo lasciato la nebbiosa Delhi. 
A Kochin ci siamo trovati la sorpresa!! Dopo 14 mesi ho riabbracciato mio fratello Abel che vive in Australia con la sua compagna Nina. Non si può descrivere la potenza di un abbraccio così speciale e ora il viaggio inizia con loro due.
Ci siamo fatti portare da un taxi fino alla Home Stay a Fort Kochin, un'ora di viaggio e di clacson continuo che ha subito fatto ridere Vale. 

Il posto è molto pulito, paghiamo 450 rupie al giorno (5,50 euro) e il proprietario è molto gentile, si chiama Paul e vive qui con la sua famiglia, ha solo 2 stanze con bagno in camera. 
Non riusciamo ad andare a dormire subito, la voglia di raccontarsi e ascoltarci è troppo forte, rimaniamo a parlare sul terrazzino bevendo dell’ottima grappa di moscato che ho portato per mio fratello. 
Andiamo a letto verso le 3 non perché siamo stanchi ma per colpa delle zanzare che ci hanno mangiato. 
Abbiamo messo la sveglia alle 7.30 e alle 8.00 siamo in piedi abbastanza stravolti dalle poche ore di sonno e dalla lotta con la zanzare. Fuori il clima è umido e fa molto caldo, per strada non c’è tanta vita ed è quasi tutto chiuso. 
Prima di andare a fare colazione facciamo una passeggiata in spiaggia, ci sono molti pescatori che vendono il pesce appena pescato, oltre si vedono anche altri turisti che sono qui a fotografare i pescatori che usano delle reti particolari che sono importate dalla Cina. 
Dopo una colazione abbondante ci facciamo una passeggiata, tanti bimbi ci salutano e tutti ci guardano. Capiamo che è una zona poco frequentata da Occidentali e la vita quotidiana ci scorre per strada, signore che stendono i panni, qualcuno che si riposa, uomini che fanno lavori manuali. Da una casetta sento tante voci e mi avvicino alla finestra per curiosare, dentro ci sono una decina di ragazzi seduti intorno a due tavoli e giocano con dei dadi e dischetti, vengo notato subito e mi salutano con tanti sorrisi, iniziano a farmi domande e poi mi invitano ad entrare e provare a giocare. Chiamo i miei compagni di viaggio e anche loro sono accolti con sorrisi e buona energia. Ci fanno sedere e proviamo a giocare a Carrom, una specie di Biliardo che si gioca con dei dischetti che vengono tirati come biglie. Ci divertiamo da matti e conosciamo il proprietario del posto che ci fa vedere i suoi trofei vinti ai tornei di Carrom. 
Dopo la seconda partita salutiamo i nostri amici della ludoteca e mi faccio lasciare l’indirizzo postale per mandargli le foto. 

Ritorniamo in spiaggia per rilassarci un pò ed inizia ad esserci più vita, veniamo fermati da due ragazzi che chiedono di farsi la foto con me, dopo altri 10m altri ragazzi vogliono fare la foto con me e tutti fanno apprezzamenti ai miei baffi. Nina e Vale iniziano a prendermi in giro e io mi diverto ad essere fermato altre volte. 
Tornando nella Home Stay conosciamo Adam, un ragazzo Australiano, molto simpatico e in gamba, passiamo tutto il pomeriggio a parlare con lui e verso le 5 propongo di andare a vederci il tramonto. Nina e Vale invece finiscono a vedersi una Messa Cristiana all’aperto.
Arrivati in spiaggia veniamo travolti da un’atmosfera magica, colori bellissimi, tantissima gente locale, bancarelle con cibo locale, bambini che fanno il giro sul cammello, qualcuno fa volare gli aquiloni e noi ci lasciamo carica da un’energia super positiva. Guardare il tramonto ti allunga la vita di 5 minuti, grazie Kochin per questa prima giornata, ci hai dato un bel benvenuto. 


peace love and light mr.D

mercoledì 26 novembre 2014

INDIA DEL SUD - Why not!?

Pushkar 2009 -  © Dino Jasarevic

NOI siamo pronti!! Venerdì si parte, destinazione Kochi (Cochin). Dico NOI perché questa volta non sono da solo, con me ci sarà la mia compagna* Valentina. Un mese in giro per il Sud dell'India. I nostri zaini sono pronti per essere riempiti di storie ed esperienze, i nostri occhi non vedono l'ora di ubriacarsi di colori e io non vedo l'ora di scrivere poesie di vita con la mia cattura attimi. E' già speciale questo viaggio, ancora prima di partire Valentina ha voluto che la prendessi per mano e la guidassi nei preparativi, condividere certe emozioni e fare delle riflessioni per me è stata una cosa che ho sempre fatto da solo, ora siamo in due, non siamo ancora partiti e ho già vissuto momenti belli che solo un viaggio sa trasmettere. Partire Venerdì da Milano non sarà il VIA di quest'avventura ma la vera partenza l'abbiamo fatta insieme un anno fa con i primi risparmi messi nel salvadanaio. 

Prima di arrivare a Kochi faremo uno scalo di 9 ore a New Dehli e non vedo l'ora di vedere come è cambiata la città in questi 5 anni (primo viaggio in India del Nord 2009). A Kochi ci aspetta una grande sorpresa ma di questo parleremo nei prossimi giorni.

peace love and light

mr.D 

Compagna*« [...] deriva dal latino “cum panis” che accomuna coloro che mangiano lo stesso pane. Coloro che lo fanno condividono anche l’esistenza con tutto quello che comporta: gioia, lavoro, lotta e anche sofferenze. »

mercoledì 8 dicembre 2010

Phnom Phen



Phnom Phen




Oggi è il primo giorno pieno in questa capitale, decido di passarlo a visitare la città.

Svegliarsi in questa guest house è proprio piacevole, ho il mio terrazzino con la sedia e il tavolino e davanti a me un panorama molto bello, non sembra neanche di stare in una capitale piena di grattacieli e traffico.

Preparo il mio zaino ed esco, qui a Phnom Phen oltre ai tuk tuk ci sono anche le moto taxi, decido di salire su una moto anche perchè non ho voglia di passare molto tempo nel traffico. Mi faccio portare in centro, in riva al fiume, così faccio colazione e poi inizio il mio giro.

Questa città è molto facile da girare, le strade sono tutte parallele e poi non hanno i nomi ma i numeri.

La città è molto caotica e piena di vita, molto bello scoprirla e girarla a caso, prendendo vicoli bui e piccolissimi o finire in mercati locali senza turisti.

Comincia a fare molto caldo, torno nella mia guest house a fare un riposino e poi nel pomeriggio esco e vado al russian market, è tutto dall’altra parte della città.

Cerco un moto taxi che mi porti e trovo lui, Ron, molto simpatico e faccia buona. Mi fa montare sulla sua moto nuova e guida da matto, salendo sui marciapiedi, prendendo le vie in contromano, ma tutto con estrema naturalezza. Mi parla molto e mi descrive la città, io per curiosità gli chiedo se ci sono degli orfanotrofi in giro che si possono visitare e lui stupito e felice mi dice che suo fratello lavora in un piccolo orfanotrofio in periferia. Per lui sarebbe un grosso piacere portarmi e farmi stare con i bimbi.

Arriviamo al market, faccio un giro per le mille bancarelle infinite, è il posto ideale per lo shopping da turista, è pieno di souvenir. Ci faccio un giro e scatto delle foto, dopo un oretta ritorno da Ron e mi faccio riportare alla guest house.

Ceno sul mio terrazzino e poi mi guardo le foto della giornata, sono abbastanza agitato per domani e non riesco a prendere sonno.

Penso a quanto sarebbe bello se IL FURGONE DEL SORRISO potesse aiutare a tanti bambini in giro per il mondo, mi addormento con questo pensiero, mi addormento sognando i ladri del sorriso in giro per l’Africa, l’India, Sud America a regalare sorrisi a più bambini possibili.


....Mi sveglio prestissimo, con Ron mi sono messo d’accordo di andare al mercato del riso per 50kg di riso per i bambini e poi andare a prendere anche le penne e i quaderni. Mi ha detto che all'orfanotrofio sono in 25 e quindi riesco a prendere un quaderno e una penna a ciascuno di loro.

Ci fermiamo in un posto per fare colazione e poi si parte.




Siamo ad una ventina di km dalla città, in mezzo a delle risaie si vede una struttura tutta blu, dentro ci sono 2 volontari occidentali che stanno li ormai da 2 settimane, il fratello di Ron e poi alcuni volontari locali.

Uno dei 2 volontari, un ragazzo tedesco mi da il benvenuto e mi fa fare un giro, mi fa vedere la camerata dove dormono i ragazzini, i due bagni senza doccia ma con il secchio e la cucina che è esterna. Chiedo come fanno ad finanziarsi e lui mi dice che hanno dei grossi sponsor tedeschi e altri piccoli sponsor in giro per il mondo, persone che mandano dei piccoli contributi mensilmente.

Sono una bella organizzazione e ci sono tanti volontari che vengono a trovarli.

Chiedo al ragazzo dove sono i bambini e mi dice che sono a scuola, è proprio li vicino, l’hanno costruita 2 anni fa e hanno 2 classi, possono andarci anche i bambini del villaggio e non solo, anche gli adulti per imparare a parlare l’inglese. Ci avviciniamo alla scuola e sento un grande chiasso, stanno giocando nel cortile, sono tutti bellissimi, appena mi vedono mi salutano, mi saltano addosso e iniziano a giocare con me, in molti parlano l’inglese, sanno dire le frasi base e con ognuno scambio qualche parola.

Poi gli metto in cerchio e cominciamo a giocare, giochiamo a ruba bandiera, io glielo spiego in inglese e loro fanno un casino. Ogni volta che chiamo un numero sono in 30 che corrono a prendere il fazzoletto. Dopo qualche prova ci capiamo e si può giocare.

Arriva la maestra e il maestro, si presentano con me e mi dicono che devono iniziare la lezione, la classe è all’aperto coperta da un tetto in alluminio e senza muri. Ci sono 2 classi e sono divise da un pezzo di stoffa. Oggi fanno inglese e la maestra mi chiede se anch’io mi siedo con loro, perchè fra poco arrivano quelli più grandi e hanno bisogno di fare conversazione.




Mi metto dietro ad un banco e faccio fatica a starci, tutti ridono per i miei movimenti clowneschi, poi mi metto a fare il serio appena arrivano i 2 ragazzi grandicelli. Con loro faccio conversazione per tutta la lezione, sono proprio simpatici e con l’inglese se la cavano, uno ha 14 e l’altro 12 anni. Lavorano tutti e 2 e oggi hanno il turno pomeridiano.

Finita la lezione la maestra dice ai ragazzi chi sono io e mi chiede di distribuire i quaderni e le penne. Tutti mi ringraziano, ringraziano al FURGONE DEL SORRISO che anche oggi è riuscito a regalare qualche sorriso.




Rimango ancora a giocare con loro e poi mi preparo per tornarmene in città. Mi sento al settimo cielo, per salutarmi fanno tutti il trenino con me e mi inseguono per un pezzettino di strada.

Torno nella mia stanza e non esco, sono apposto così. Mi guardo il tramonto e penso a come sarebbe bello poterlo fare veramente, IL FURGONE DEL SORRISO IN GIRO PER IL MONDO.




buonanotte ladri del sorriso


why not!?


mr.d