mercoledì 8 dicembre 2010

Phnom Phen



Phnom Phen




Oggi è il primo giorno pieno in questa capitale, decido di passarlo a visitare la città.

Svegliarsi in questa guest house è proprio piacevole, ho il mio terrazzino con la sedia e il tavolino e davanti a me un panorama molto bello, non sembra neanche di stare in una capitale piena di grattacieli e traffico.

Preparo il mio zaino ed esco, qui a Phnom Phen oltre ai tuk tuk ci sono anche le moto taxi, decido di salire su una moto anche perchè non ho voglia di passare molto tempo nel traffico. Mi faccio portare in centro, in riva al fiume, così faccio colazione e poi inizio il mio giro.

Questa città è molto facile da girare, le strade sono tutte parallele e poi non hanno i nomi ma i numeri.

La città è molto caotica e piena di vita, molto bello scoprirla e girarla a caso, prendendo vicoli bui e piccolissimi o finire in mercati locali senza turisti.

Comincia a fare molto caldo, torno nella mia guest house a fare un riposino e poi nel pomeriggio esco e vado al russian market, è tutto dall’altra parte della città.

Cerco un moto taxi che mi porti e trovo lui, Ron, molto simpatico e faccia buona. Mi fa montare sulla sua moto nuova e guida da matto, salendo sui marciapiedi, prendendo le vie in contromano, ma tutto con estrema naturalezza. Mi parla molto e mi descrive la città, io per curiosità gli chiedo se ci sono degli orfanotrofi in giro che si possono visitare e lui stupito e felice mi dice che suo fratello lavora in un piccolo orfanotrofio in periferia. Per lui sarebbe un grosso piacere portarmi e farmi stare con i bimbi.

Arriviamo al market, faccio un giro per le mille bancarelle infinite, è il posto ideale per lo shopping da turista, è pieno di souvenir. Ci faccio un giro e scatto delle foto, dopo un oretta ritorno da Ron e mi faccio riportare alla guest house.

Ceno sul mio terrazzino e poi mi guardo le foto della giornata, sono abbastanza agitato per domani e non riesco a prendere sonno.

Penso a quanto sarebbe bello se IL FURGONE DEL SORRISO potesse aiutare a tanti bambini in giro per il mondo, mi addormento con questo pensiero, mi addormento sognando i ladri del sorriso in giro per l’Africa, l’India, Sud America a regalare sorrisi a più bambini possibili.


....Mi sveglio prestissimo, con Ron mi sono messo d’accordo di andare al mercato del riso per 50kg di riso per i bambini e poi andare a prendere anche le penne e i quaderni. Mi ha detto che all'orfanotrofio sono in 25 e quindi riesco a prendere un quaderno e una penna a ciascuno di loro.

Ci fermiamo in un posto per fare colazione e poi si parte.




Siamo ad una ventina di km dalla città, in mezzo a delle risaie si vede una struttura tutta blu, dentro ci sono 2 volontari occidentali che stanno li ormai da 2 settimane, il fratello di Ron e poi alcuni volontari locali.

Uno dei 2 volontari, un ragazzo tedesco mi da il benvenuto e mi fa fare un giro, mi fa vedere la camerata dove dormono i ragazzini, i due bagni senza doccia ma con il secchio e la cucina che è esterna. Chiedo come fanno ad finanziarsi e lui mi dice che hanno dei grossi sponsor tedeschi e altri piccoli sponsor in giro per il mondo, persone che mandano dei piccoli contributi mensilmente.

Sono una bella organizzazione e ci sono tanti volontari che vengono a trovarli.

Chiedo al ragazzo dove sono i bambini e mi dice che sono a scuola, è proprio li vicino, l’hanno costruita 2 anni fa e hanno 2 classi, possono andarci anche i bambini del villaggio e non solo, anche gli adulti per imparare a parlare l’inglese. Ci avviciniamo alla scuola e sento un grande chiasso, stanno giocando nel cortile, sono tutti bellissimi, appena mi vedono mi salutano, mi saltano addosso e iniziano a giocare con me, in molti parlano l’inglese, sanno dire le frasi base e con ognuno scambio qualche parola.

Poi gli metto in cerchio e cominciamo a giocare, giochiamo a ruba bandiera, io glielo spiego in inglese e loro fanno un casino. Ogni volta che chiamo un numero sono in 30 che corrono a prendere il fazzoletto. Dopo qualche prova ci capiamo e si può giocare.

Arriva la maestra e il maestro, si presentano con me e mi dicono che devono iniziare la lezione, la classe è all’aperto coperta da un tetto in alluminio e senza muri. Ci sono 2 classi e sono divise da un pezzo di stoffa. Oggi fanno inglese e la maestra mi chiede se anch’io mi siedo con loro, perchè fra poco arrivano quelli più grandi e hanno bisogno di fare conversazione.




Mi metto dietro ad un banco e faccio fatica a starci, tutti ridono per i miei movimenti clowneschi, poi mi metto a fare il serio appena arrivano i 2 ragazzi grandicelli. Con loro faccio conversazione per tutta la lezione, sono proprio simpatici e con l’inglese se la cavano, uno ha 14 e l’altro 12 anni. Lavorano tutti e 2 e oggi hanno il turno pomeridiano.

Finita la lezione la maestra dice ai ragazzi chi sono io e mi chiede di distribuire i quaderni e le penne. Tutti mi ringraziano, ringraziano al FURGONE DEL SORRISO che anche oggi è riuscito a regalare qualche sorriso.




Rimango ancora a giocare con loro e poi mi preparo per tornarmene in città. Mi sento al settimo cielo, per salutarmi fanno tutti il trenino con me e mi inseguono per un pezzettino di strada.

Torno nella mia stanza e non esco, sono apposto così. Mi guardo il tramonto e penso a come sarebbe bello poterlo fare veramente, IL FURGONE DEL SORRISO IN GIRO PER IL MONDO.




buonanotte ladri del sorriso


why not!?


mr.d

lunedì 6 dicembre 2010

Phnom Phen


Phnom Phen


Oggi la sveglia è tranquilla, ho il tempo di preparare lo zaino e fare colazione con calma.

Ho il pick up alle 9.00, ordino il mango shake, un omelette alla cipolla e pomodoro e controllo la mail sul computer. Ormai sono le 9.30 e il mio tuk tuk non arriva, non ho fretta , l’ho imparato da loro, ma il ritardo continua ad aumentare e ai 45min chiedo del mio tuk tuk. Mi risponde di non preoccuparmi che arriva. infatti alle 10.00 mi prende e mi porta al bus.



Phnom Phen si presenta con dei grossi grattacieli e tanto traffico. Si vede che è la capitale e si vede che siamo arrivati noi occidentali.

Scendo dal pullman e non ho la più pallida idea di dove andare a dormire. Sono in una città enorme e i tuk tuk driver mi offrono un sacco di guest house. Scopro che la miglior via per trovare qualcosa di economico è la via del prezzo, infatti le guest house con prezzi economici si trovano nella maggior parte in riva al lago e non lontano dal centro.

Per 5$ mi trovo in un posto meraviglioso, sono arrivato con il tramonto sul lago che mi da il benvenuto, in lontananza ci sono i grattacieli e la mia stanza è sul lago.

La zona è locale ma è frequentata da backpackers e residenti stranieri, soprattutto insegnanti di inglese.

Infatti passo la serata a chiacchierare con 2 ragazzi che insegnano, uno all’asilo e uno alle materne e il cugino di terzo grado di Marlon Brandon. E’ un posto molto chill out, un grosso terrazzo comune con bar ristorante, tavolo da biliardo e televisione con divani e poltrone stracomode in bambù.

Mi addormento nella mia stanza galleggiante, mi lascio cullare da Phnom Phen


good night


why not!?


mr.d


Angkor


Angkor


Oggi è il giorno dei templi di Angkor, il giorno che aspettavo. Mi sveglio alle 4am e salgo sulla mia Mountain bike con la torcia in testa e zaino in spalla.

Fuori è notte fonda, illumino la cartina e vedo che la strada è abbastanza lunga ma molto semplice. Faccio un paio di stradine e in un attimo sono fuori città, wooow davanti ai miei occhi c’è un cielo stupendo, è pieno di stelle...la strada davanti a me è dritta e mi permette di godere di questo spettacolo, una stella cadente mi saluta e io le sorrido...rimarrà nei miei pensieri tutto il giorno.



Mi dirigo subito al secondo tempio più importante, il Bayon, arrivo sbagliando strada e non mi rendo conto di esserci davanti finchè non leggo l’insegna...riesco a vedere l’entrata e mi incammino lasciando la bici. Ci sono dei scalini da fare e intorno a me ci sono un sacco di rovine. Pian piano il cielo comincia ad illuminarsi e tutto quello che mi circonda comincia a prendere forma e vita. Sono da solo, seduto su una rovina a vedere le facce delle divinità scoprirsi sui templi. Sorridono tutte e sono tantissime. MI rilasso e penso molto, quando la luce è abbastanza forte mi alzo e giro per tutti gli altri templi, percorro tanti km e mi fermo per una colazione. Sono pronto per vedere il tempio più famoso e tornare in città.

Arrivo in camera sudatissimo, mi riprendo con una doccia e riposo. Ma non per tanto, voglio uscire e farmi un ultimo giro per la città e mangiare in un ristorante con cucina khmer.





Mangio un khmer curry chicken molto buono e gustoso, fatto con il latte di cocco, curry, patate, carotte, zucca e altro...

Finito di mangiare trovo i ragazzi francesi in una via dove tutti i locali fanno la birra a 0,50$ per l’happy hour. Ci sediamo a bere e a raccontarci la giornata, scopro che mi è andata bene e che non ho speso 20$ per vedere i templi stamattina. Si vede che ci sono andato molto presto.

Mi saluto di nuovo con i francesi, è stato un piacere rincontrarli e domani si parte per Phnom Phen.



buonanotte stella...




why not!?


mr.d

sabato 4 dicembre 2010

Siem Reap


Siem Reap



Sono le 6 e io sono in piedi, mi tocca fare un bel pezzo in bici sulla brutta strada e con i miei due zaini. Ma il pensarci non mi scoraggia visto che il cielo è bellissimo, tutto azzurro con delle nuvole sparse qua e la che danno quella pennellata magica al quadro.

Mi tocca prendere anche la barca e poi un pullman che mi porterà al confine. Sono molto em

ozionato, non era nel mio piano fare anche questo paese, ma la lettura di Terzani e il fascino dei templi di Angkor mi ha hanno fatto venire l'appetito.

Questo paese ha una storia allucinante e molto affascinante, non ne sapevo molto ma in questo periodo mi sto interessando.

Le pratiche per il visto sono lunghe, quasi un’ora, e ad ogni foglio che ti consegnano da compilare ti chiedono un dollaro, più il visto che costa 23$.

Tirando fuori il mio passaporto al poliziotto il ragazzo dietro di me dice “ Te si italian anca ti?!” stupito dall’accento mi giro e gli dico “Ti te si veneto?”.

E’ Martino, un ragazzo vicentino che non conosco di persona ma “caso” vuole è il figlio del mitico Carletto di Fimon, il proprietario della mia osteria preferita nel Veneto.

Martino è un grande, un grande viaggiatore e una bellissima persona. Il suo viaggio è iniziato in giugno da Trieste, un viaggio speciale, un viaggio in bici. Ha fatto la Russia, Kazakistan, Cina e poi ha incontrato il suo compagno di viaggio per “caso” che invece voleva fare il Mekong in kayak. Martino da persona che segue la pancia decide di mollare la bici e proseguire a fare il fiume più importante e affascinante in kayak. Facciamo 3 ore in pullman insieme, lui mi racconta le sue avventure e i suoi progetti. Vuole arrivare in Vietnam e raggiungere l’oceano e poi volare in Australia a lavorare in fattoria e fare il formaggio.


“Carletto a te ghe proprio un bravo fiojo”...mi saluto con Martino mi faccio la foto con lui, così appena torno nel veneto mi faccio offrire la mia prima birra da Carletto dopo 10 anni che ci vado.

Il viaggio è ancora lungo e scopro che a Siem Reap arriveremo in tarda serata, io non ho prenotato la guest house e mi informo se qualcuno dei viaggiatori che ci sono con me lo ha fatto.

Indago i vari prezzi e decido di aggregarmi a due Svedesi.

Arriviamo verso l’una ed è tutto buio, odio viaggiare di giorno e arrivare la notte.

Non vedo l’ora di farmi la doccia e sdraiarmi sul letto. Il posto è molto pulito e sembra quasi un albergo. Riesco a farmi anche la barba visto che per quai 10 gg non mi sono mai visto allo specchio.

Mi distendo nel letto e sento un forte acquazzone, è proprio bello, sembra una sinfonia, è a mia prima pioggia in Asia ed è veramente romantica...


laku noc...



p.s. il mio ultimo giorno i Laos non ha parole ma solo le foto che ho pubblicato qualche giorno fa...un giorno indimenticabile


why not!?


mr.d


mercoledì 1 dicembre 2010

4000 island



Don Khon



Oggi mi sposto al sud, ai confini con la Cambogia, alle 4000 mila isole sul delta del Mekong, dicono che sia un posto dove rilassarsi e io proprio di questo ho bisogno. Prendiamo un pulmino con l’autista pazzo. Corre come un matto, e noi continuiamo a saltellare come palline, peccato che ad una grossa buca si apre il portellone e cade uno zaino di una francese, meno male che dietro di noi non c’è nessuno, Lo zaino lo recuperiamo un centinaio di metri dietro ed è squarciato perchè ha fatto dei salti sulla strada.
Arriviamo in riva al fiume e una barca ci porta sull’isola felice. Quella più tranquilla ma con le guest house, cioè dei bungalow sul fiume. I francesi visto che sono in coppia si prendono dei posti un pò più carini, io passeggio ancora una mezz’ora e trov un posticino veramente imboscato e molto tranquillo. Senza il bagno nel bungalow, con i muri in bambù e il tetto in paglia. Sono innamorato di questo posto, ho anche un mio terrazzino e la cosa più rilassante l’amaca.


Pranzo coni francesi e poi relax al bungalow obbligatorio, ci mettiamo d’accordo di fare aperitivo da me e poi cena in uno dei ristoranti sul fiume.
Prima dell’aperitivo mi godo il tramonto sulla mia amaca guardando i colori fuoco del cielo e del acqua.
Aperitivo super fantastico e poi cena tranquilla.
Torno nella mia reggia e non ho sonno, prendo una torcia e vado a guardare il cielo e mi siedo su un ponte ad osservare la dolce e soffice luna.

dolce notte isola felice



why not!?

mr.d