Phnom Phen
Oggi è il primo giorno pieno in questa capitale, decido di passarlo a visitare la città.
Svegliarsi in questa guest house è proprio piacevole, ho il mio terrazzino con la sedia e il tavolino e davanti a me un panorama molto bello, non sembra neanche di stare in una capitale piena di grattacieli e traffico.
Preparo il mio zaino ed esco, qui a Phnom Phen oltre ai tuk tuk ci sono anche le moto taxi, decido di salire su una moto anche perchè non ho voglia di passare molto tempo nel traffico. Mi faccio portare in centro, in riva al fiume, così faccio colazione e poi inizio il mio giro.
Questa città è molto facile da girare, le strade sono tutte parallele e poi non hanno i nomi ma i numeri.
La città è molto caotica e piena di vita, molto bello scoprirla e girarla a caso, prendendo vicoli bui e piccolissimi o finire in mercati locali senza turisti.
Comincia a fare molto caldo, torno nella mia guest house a fare un riposino e poi nel pomeriggio esco e vado al russian market, è tutto dall’altra parte della città.
Cerco un moto taxi che mi porti e trovo lui, Ron, molto simpatico e faccia buona. Mi fa montare sulla sua moto nuova e guida da matto, salendo sui marciapiedi, prendendo le vie in contromano, ma tutto con estrema naturalezza. Mi parla molto e mi descrive la città, io per curiosità gli chiedo se ci sono degli orfanotrofi in giro che si possono visitare e lui stupito e felice mi dice che suo fratello lavora in un piccolo orfanotrofio in periferia. Per lui sarebbe un grosso piacere portarmi e farmi stare con i bimbi.
Arriviamo al market, faccio un giro per le mille bancarelle infinite, è il posto ideale per lo shopping da turista, è pieno di souvenir. Ci faccio un giro e scatto delle foto, dopo un oretta ritorno da Ron e mi faccio riportare alla guest house.
Ceno sul mio terrazzino e poi mi guardo le foto della giornata, sono abbastanza agitato per domani e non riesco a prendere sonno.
Penso a quanto sarebbe bello se IL FURGONE DEL SORRISO potesse aiutare a tanti bambini in giro per il mondo, mi addormento con questo pensiero, mi addormento sognando i ladri del sorriso in giro per l’Africa, l’India, Sud America a regalare sorrisi a più bambini possibili.
....Mi sveglio prestissimo, con Ron mi sono messo d’accordo di andare al mercato del riso per 50kg di riso per i bambini e poi andare a prendere anche le penne e i quaderni. Mi ha detto che all'orfanotrofio sono in 25 e quindi riesco a prendere un quaderno e una penna a ciascuno di loro.
Ci fermiamo in un posto per fare colazione e poi si parte.
Siamo ad una ventina di km dalla città, in mezzo a delle risaie si vede una struttura tutta blu, dentro ci sono 2 volontari occidentali che stanno li ormai da 2 settimane, il fratello di Ron e poi alcuni volontari locali.
Uno dei 2 volontari, un ragazzo tedesco mi da il benvenuto e mi fa fare un giro, mi fa vedere la camerata dove dormono i ragazzini, i due bagni senza doccia ma con il secchio e la cucina che è esterna. Chiedo come fanno ad finanziarsi e lui mi dice che hanno dei grossi sponsor tedeschi e altri piccoli sponsor in giro per il mondo, persone che mandano dei piccoli contributi mensilmente.
Sono una bella organizzazione e ci sono tanti volontari che vengono a trovarli.
Chiedo al ragazzo dove sono i bambini e mi dice che sono a scuola, è proprio li vicino, l’hanno costruita 2 anni fa e hanno 2 classi, possono andarci anche i bambini del villaggio e non solo, anche gli adulti per imparare a parlare l’inglese. Ci avviciniamo alla scuola e sento un grande chiasso, stanno giocando nel cortile, sono tutti bellissimi, appena mi vedono mi salutano, mi saltano addosso e iniziano a giocare con me, in molti parlano l’inglese, sanno dire le frasi base e con ognuno scambio qualche parola.
Poi gli metto in cerchio e cominciamo a giocare, giochiamo a ruba bandiera, io glielo spiego in inglese e loro fanno un casino. Ogni volta che chiamo un numero sono in 30 che corrono a prendere il fazzoletto. Dopo qualche prova ci capiamo e si può giocare.
Arriva la maestra e il maestro, si presentano con me e mi dicono che devono iniziare la lezione, la classe è all’aperto coperta da un tetto in alluminio e senza muri. Ci sono 2 classi e sono divise da un pezzo di stoffa. Oggi fanno inglese e la maestra mi chiede se anch’io mi siedo con loro, perchè fra poco arrivano quelli più grandi e hanno bisogno di fare conversazione.
Mi metto dietro ad un banco e faccio fatica a starci, tutti ridono per i miei movimenti clowneschi, poi mi metto a fare il serio appena arrivano i 2 ragazzi grandicelli. Con loro faccio conversazione per tutta la lezione, sono proprio simpatici e con l’inglese se la cavano, uno ha 14 e l’altro 12 anni. Lavorano tutti e 2 e oggi hanno il turno pomeridiano.
Finita la lezione la maestra dice ai ragazzi chi sono io e mi chiede di distribuire i quaderni e le penne. Tutti mi ringraziano, ringraziano al FURGONE DEL SORRISO che anche oggi è riuscito a regalare qualche sorriso.
Rimango ancora a giocare con loro e poi mi preparo per tornarmene in città. Mi sento al settimo cielo, per salutarmi fanno tutti il trenino con me e mi inseguono per un pezzettino di strada.
Torno nella mia stanza e non esco, sono apposto così. Mi guardo il tramonto e penso a come sarebbe bello poterlo fare veramente, IL FURGONE DEL SORRISO IN GIRO PER IL MONDO.
buonanotte ladri del sorriso
why not!?
mr.d