lunedì 22 dicembre 2014

INDIA DEL SUD WHY NOT!? Capitolo 9

OM BEACH 2nd Day

Ci svegliamo molto presto sia io che vale, ci vestiamo al volo e andiamo a fare una bella passeggiata in spiaggia. Non c’è nessuno tranne qualche pescatore e un sacco di mucche e cani. Il paesaggio è veramente bello e poco contaminato dall’occidente. Svegliamo Abi e Nina e poi ci facciamo una bella colazione in spiaggia. La giornata è super scialla, Vale e Nina passano ore a giocare a un gioco da tavola, Carcassone, Abi disegna e io mi guardo le mie foto. Davanti a noi c’è il mare e quando inizia a fare troppo caldo ci alziamo per fare un tuffo. 
All’ora del tramonto ci facciamo una bella passeggiata in spiaggia e ci guardiamo il sole che colora il cielo immergendosi come un biscotto nel mare. Una giornata super relax oggi che si conclude con molti ospiti nella nostra capanna di bambù. Vale mi fa ridere un sacco e noi la prendiamo un sacco in giro.






OM BEACH 3rd Day

Oggi ci svegliamo presto tutti e quattro, abbiamo bisogno di muoverci a differenza di molte persone che vengono qui per isolarsi da tutto e da tutti. Prendiamo un tuk tuk e scendiamo fino a Gokarna. Piccola cittadina piena di vita, con una spiaggia frequentata da tantissimi turisti indiani. Facciamo una passeggiata, mangiamo qualcosa di indiano in giro e ci guardiamo le bancarelle per gli ultimi acquisti. Mentre io e Vale rimaniamo affascinati da una testa di Buddha, Abi e Nina vanno ad un’altra bancarella e gli sentiamo che scherzano con un ragazzo. Alla fine usciamo con un sacco di sciarpe e gli atri due continuano a ridere, ci presentano Ciru che ci dice “150 la gallina canta!!”, scoppiamo dalle risate. Intanto andiamo a cercare un posto dove dormire per domani e dopodomani, questa cittadina ci ha trasmesso delle buone vibrazioni e ci sembra un bel posto per passare gli ultimi giorni. 
Torniamo alla nostra Om beach, ci vediamo l’ultimo tramonto io e Vale da soli e poi raggiungiamo gli altri per una buona cenetta.
Stasera non siamo per niente da soli in camera, ho intravisto un topo e immaginate la reazione di Vale, anch’io non so perché sono disturbato dai topi, ma alla mia donna devo dimostrare che è un animale piccolissimo e innocuo e che non si deve preoccupare che ci sono io che la difendo. Chiudiamo gli occhi e io dormo con i tappi nelle orecchie per non sentire rumori strani. 








GOKARNA 1st day
Da Om beach a Gokarna sono 20 minuti di tuk tuk, l’autista ci lascia proprio vicino alla bancarella di Ciru che ci saluta con un bellissimo sorriso. Andiamo a lasciare gli zaini in stanza e io e Vale andiamo a prendere la testa di Buddha, la signora ci fa un buon prezzo e noi siamo felici di avere il nostro Buddha. Abi e Nina ormai sono super amici di Ciru e sono rimasti li tutto il tempo. 
Nel pomeriggio decidiamo di andare a fare merenda in un’altra spiaggia Kundum Beach, prendiamo il risciò anche se poi vediamo che si poteva fare tranquillamente a piedi. Un’altro posto bellissimo si presenta ai nostri occhi, ci sono però molte più persone, tanti giovani freak che suonano i bonghi, giocano con il frisbee e si rilassano. Noi facciamo merenda guardando un bellissimo tramonto e torniamo a Gokarna a piedi.
Decidiamo di andare a far cena sul tardi, troviamo l’unico posto con un terrazzino e ci facciamo servire da una ragazza gentilissima, ride e scherza e noi la facciamo divertire un sacco. Abbiamo fatto bene a restare qui, ci piace rilassarci,ma quello che ci fa star meglio è stare in mezzo alla gente locale, osservare la loro vita, farsi osservare e rispondere alle loro domande “ Which country?  Your name? Your work?” e così di continuo, ma sempre con il sorriso e la voglia di sentire loro, scoprirli. Ho la necessita di sapere di loro, sono 1 miliardo e passa di persone e devo sentire come vivono questo pianeta.







GOKARNA 2nd day
Vale non ha dormito molto, ha lottato con le zanzare, io non riesco più a stare nel letto ed esco che sono le 8. Stamattina voglio farmi fare la barba e fare 2 passi con la mia macchina foto. Esco dal barbiere pagando solo 40 rupie (0,50 euro) questa volta niente sorprese. Scrivo qualche poesia di vita indiana con la mia macchina foto e mi bevo un caj in un baracchino. Quando torno sono tutti pronti a affamati per andare a fare colazione allo stesso posto dove abbiamo fatto cena, prima passiamo dalla bancarella di Ciru e lo salutiamo e poi siamo seduti a tavola e ci serve la stessa ragazza di ieri sera, si chiama Mammata, e anche oggi è immensamente felice e solare. 
Anche oggi siamo in giro a fare qualche compera, ultimi incensi e agendine in pelle. Quando torniamo per posare le cose facciamo sosta dal nostro amico Ciru e accettiamo il suo invito di andare a mangiare da lui. Qui chiude quasi tutto dalle 14.00 alle 16.30, fa molto caldo e non si può stare in giro. Decidiamo di fare pranzo verso le due. 
Io non ho molta fame, ho fatto una colazione super abbondante con chapati ( piadina indiana) formaggio all’aglio, cetrioli, cipolle, pomodori. 
Alle due siamo pronti e curiosi, ci facciamo portare a casa del nostro amico Indiano e sembriamo tutti dei bambini. La casa è una stanza divisa da un muro, non ci sono mobili, un piccolo specchio appeso al muro azzurro scolorito. In cucina c’è il minimo indispensabile, un fornello e qualche pentola. C’è la moglie di Ciru e un’altra ragazza, non parlano bene l’inglese ma sono simpaticissime e ospitali. Ci fanno sedere nell’unica stanza che hanno su delle stuoie, il nostro amico esce un’attimo e torna con 4 bottiglie d’acqua solo per noi. La moglie ci serve dei chapati e il dhal (stuffato di verdure con spezie), è molto buono, non è speziato, sono una delle poche famiglie che non ama il piccante, Vale si sente fortunata. Mangiamo con le mani e ci fanno vedere in che modo bisogna tenere le dita, si usa solamente la mano destra perché quella sinistra è impura. Ciru intanto ci racconta della sua vita, fa questo lavoro 6 mesi all’anno e gli altri 6 li passa nel suo villaggio a 100km da qui dove la sua famiglia coltiva il grano. Ormai sono 6 anni che fa così e man mano gli affitti della casa dove stanno e il posto dove ha la bancarella sono aumentati di sproposito. Lui guadagna circa 1000 rupie al giorno (12,5 euro), paga 2000 rupie per la casa e 1500 rupie per la bancarella (19 euro). Non si lamenta di nulla, non ha detto una parola negativa sulla sua vita presente e sul passato. Mentre noi occidentali appena tiriamo fuori il discorso del lavoro, degli affitti, guadagni siamo sempre a lamentarci e a trasmettere negatività. Bisogna imparare da loro e cacciar via i lamenti, portano solo ostacoli ed energia negativa. Oggi siamo stati in una casa dove nessuno di noi avrebbe il coraggio di dormire per 6 mesi, mangiare e vivere la propria vita, eppure siamo stati bene, queste persone hanno riempito queste mura con le cose più belle e positive. Non avevamo bisogno di nulla e loro ci dimostravano che si può star bene così. 
La crisi che c’è in Italia in questo periodo ha fatto si che molta gente intorno a me diventasse negativa, si parla solo di debiti e che non si arriva a fine mese. Questa crisi a me è uno stimolo per reagire e per tenermi operativo, se un giorno non riuscirò ad arrivare a fine mese farò a meno di quelle cose che non sono indispensabili, finché nel peggior dei casi mi libererò di tutte le cose materiali, superficiali che la società  mi ha imposto di avere. 
Mi stringo al mio amore, alla mia famiglia e amici perché solo loro potranno aiutarmi nel momento del bisogno e io non mi vergognerò mai di chiedere aiuto.
Questo pranzo si è trasformato in un qualcosa di magico, ognuno di noi lo sta vivendo a modo suo e vedo che c’è un segnale forte in ognuno di noi. Il nostro amico capisce che è speciale il nostro incontro, ci facciamo delle foto e ci abbracciamo. Ringraziamo alla moglie e alla ragazza che ci hanno servito uno dei migliori pranzi di questo viaggio, io nonostante non avessi avuto fame ho mangiato un sacco e me lo sono proprio goduto. 
La giornata potrebbe finire così, infatti torniamo nelle camere e rimaniamo in silenzio distesi sui letti. Mi sveglia la voglia di andare a vedere il tramonto, è come un appuntamento fisso per me, non riesco a fare senza di questo momento della giornata.
Lo vedo che vale lo stesso per gli indiani, la spiaggia è piena di gente, soprattutto gite scolastiche, mi faccio un giro da solo e poi vedo che arrivano anche gli altri. Faccio qualche foto ai bimbi e poi vedo che Abi si mette a giocare con loro, siamo circondati da bimbi, ci mettiamo a cantare e scherzare con loro. L’energia è altissima e anche i maestri si divertono.
Stasera niente cena, un insalata di frutta e poi si va a letto, le nostre pance sono piene di emozioni.

Peace, love and light 
Mr.D







domenica 21 dicembre 2014

INDIA DEL SUD WHY NO!? - Capitolo 8

GOA - PALOLEM BEACH 1st Day

Sono le 5 del mattino e suona la sveglia, lo zaino lo abbiamo preparato ieri sera, ci laviamo i denti e il tuk tuk ci aspetta per portarci in stazione. Oggi si viaggia verso Goa, quel posto che desideravo così tanto nel periodo della post adolescenza. 





In molti ci hanno detto che il nord di questo stato è pieno di Russi, noi decidiamo di conseguenza di andare al sud. Prendiamo il treno dalla stazione di Hospet e viaggiamo con il caldo del giorno fino a Margao. Da questa cittadina prendiamo un local bus fino a Palolem Beach, come sempre arriviamo stravolti fisicamente ma carichi e pieni di energia. Usciti dal bus sembra proprio di cambiare stato, l’India è rimasta sul treno con la sua magia, qui c’è la dominante del paesaggio che ti stupisce. Palme in spiaggia, un tramonto bellissimo che ci da il benvenuto e poi tutto intorno bancarelle e ristoranti per turisti. Sono tutti a zonzo, occidentali a petto nudo che bevono birra e fumano passeggiando, ragazzi che giocano a frisbee in spiaggia e una spiaggia piena di ristoranti e resort. Con gli zaini in spalla cominciamo la nostra ricerca per un posto dove dormire, ci propongono da stanze super lusso con vista mare a delle baracche con posti letto inguardabili. Questa volta sono Abi e Vale a scegliere, lui vuole per forza un materasso morbido e Vale la pulizia. Vediamo tantissimi posti e alla fine 2 capanne di bambù le riusciamo ad ottenere per 400 rupie l’una. Il posto non è male,abbiamo anche un terrazzino e siamo a 10m dalla spiaggia. Facciamo una bella doccia fredda e usciamo a mangiare. I ristoranti sembrano quelli occidentali, lo stesso vale anche per i menù, puoi mangiare dal messicano all’italiano, asiatico e indiano, puoi ordinare da bere alcolici, cocktail e birra. Dopo quasi 2 settimane la mia bocca sente la freschezza del luppolo. Paghiamo il conto che è raddoppiato rispetto agli altri posti e ci rifuggiamo nelle nostre capanne. E’ sempre speciale prendere sonno con il suono delle onde. 

GOA - PALOLEM BEACH 2nd Day

Vale si è svegliata molto presto ed è andata a farsi un giro in spiaggia, io rimango ancora un pochino nel letto e poi decido di raggiungerla. La vita in spiaggia è movimentata, inizia a fare già caldo e sono le 7.30. 




Qualche occidentale corre, i pescatori tornano dal mare e ci sono dei turisti indiani che si fanno le foto, ma la cosa più affascinante è vedere le mucche insieme ai cani in spiaggia. Mi sembra un’altro luogo rispetto a ieri, dev’essere stato un posto bellissimo prima dell’invasione del neon. Dopo la bellissima passeggiata circondati dalla pace andiamo a svegliare Abi e Nina per andare a fare una bella colazione in riva al mare. Le ragazze decidono di approfittarne per andare a fare un pò di shopping, c’è una varietà esagerata di vestiti, pezzi di artigianato e di tutto e di più. Io e Abi invece andiamo a fare il bagno, l’acqua è caldissima e si sta una meraviglia come direbbe il nostro carissimo amico Gino. 



Tornati nelle nostre capanne vediamo il risultato del coloratissimo shopping femminile e per rinfrescarci andiamo a fare un’altro bagno. Passiamo il pomeriggio a fare avanti e indietro dal mare, molto impegnativo. D'altronde siamo qui al mare per rilassarci e ci viene proprio facile in un posto così. Per rompere il ritmo decido di andare a fare una passeggiata di 8 km per fare un prelievo al bancomat. 







Quando torno la spiaggia inizia a riempirsi di persone, portiamo anche noi i nostri teli e ci beviamo qualche birra guardando il tramonto. Anche stasera ci concediamo una bella cena con i piedi nella sabbia a pochi metri dalla spiaggia, è da ieri che non mi metto le ciabatte. Finito di mangiare decidiamo di lasciare questo posto domani mattina e ci rilassiamo chiacchierando sul terrazzino della nostra capanna. Buona notte Goa, non sono più così giovane per le tue tentazioni e non sono così vecchio e ricco per i tuoi comfort.






GOA - OM BEACH
Questa mattina dobbiamo scoprire come si va via da qui senza prendere i taxi, Nina e Vale ieri ci hanno provato con un’agenzia di viaggi ma niente da fare, il proprietario del resort dove stiamo fa finta di non sapere nulla e il ragazza dove andiamo a fare colazione ci dice che c’è un bus ma non ne sa molto. Resistiamo fino alla fine e riusciamo a scoprire che il primo bus per la nostra prossima direzione è alle 14.00. Ammazziamo il tempo e il caldo sul terrazzo che da sulla spiaggia di un ristorante e poi ci attiviamo. I tassisti provano a farci cambiare idea man mano che passiamo vicino a loro, ma noi facciamo finta di non capire. Prendiamo 2 local bus, sul secondo Vale e Nina iniziano a soffrire un pò di nausea, non per la strada ma per le signore che vendono il pesce nei vari villaggi e usano lo stesso bus per spostarsi. L’odore è molto forte ma io cerco a controllarlo cercando la pace interiore e tenendo la mente occupata dal paesaggio esterno. Quando una cosa mi da fastidio cerco una distrazione, come si fa con i bimbi quando si fanno male che si cerca di distrarli lanciandogli in aria o facendoli ridere. 
Arrivati a Gokarna chiediamo di portarci all’Om beach in tuk tuk, questa volta ne dobbiamo prendere 2 perché dicono che la strada è in salita. Infatti è così, oltre ad essere in salita è anche molto stretta, c’è un paesaggio da mozzafiato, lingue di sabbia e palme. Ci fermiamo in un parcheggio e ci dicono che l’unico modo per raggiungere la spiaggia  andare a piedi per la discesa che ci indicano. 
Siamo arrivati all’ora di tramonto, la spiaggia è bellissima e non c’è nulla se non una decina di guest house. Questa volta io e Abi ci accampiamo in spiaggia con gli zaini e le ragazze vanno alla ricerca di un posto per dormire. 



Alla fine decidiamo di spendere un qualcosina di più e di non stare in dei posti che sono molto economici ma poco accoglienti. Abbiamo un budget di 50 euro che ci hanno lasciato Enesa ed Admir, i nostri genitori, per farci una cena. Noi li sfruttiamo per passare 3 notti in 2 capanne di bambù con bagno in camera e terrazzino.
Una volta che entriamo in camera, capito che non siamo da soli, in bagno ci sono delle ranocchie minuscole ed un geco. Vale ha paura ad entrare e io da super eroe faccio saltar fuori le rane, il geco l’ho lascio che si mangia le zanzare.
Ceniamo in spiaggia in posto molto tranquillo, facciamo una partita a dadi e poi ritorniamo facendo una passeggiata sotto milioni di stelle e le onde che ci bagnano i piedi. Vale accende la luce del cellulare per non scontrarci con le mucche. Ci addormentiamo in mezzo alla natura e ai suoi rumori. 

Peace love and light
mr.D

mercoledì 17 dicembre 2014

INDIA DEL SUD WHY NOT!? - Capitolo 7

HAMPI 5th Day
Oggi il villaggio è bagnato, ha piovuto tutta la notte, ora ha smesso ma le strade sono fangose. Mi vesto in fretta e schizzo fuori perché voglio fare foto di riflessi nelle pozzanghere. 
Dopo un paio di ore torno in stanza e facciamo un giro dall’altra parte del fiume, una piccola passeggiata e ultimi acquisti. Io e Vale ci accorgiamo che abbiamo finito i contanti e dobbiamo andare a prelevare, l’unico bancomat è a 15km da qui e prendiamo un bus per raggiungere la cittadina.



Ci accoglie un bel caos, eravamo abituati alla vita shanti shanti di Hampi e qui ci impieghiamo un po' per abituarci. Preleviamo i soldi e si fanno due passi. Un signore dalla sua bottega mi chiede se voglio farmi la barba, rispondo con il mio slogan “why not!?” ed entro con Vale. Ci fa accomodare in una piccola stanza poco pulita e molto in disordine, ci sono creme e attrezzi da barbiere ovunque. Inizia a spalmarmi la schiuma, mi fa la barba, mi corregge le basette e i baffi, poi inizia a spalmarmi uno strato densissimo di una crema. Vale incomincia a ridere, lui sempre muto e serio tira fuori dal suo armadio un attrezzo a forma di trapano e inizia a massaggiarmi il viso. Vale è in lacrime e mi prende in giro. Intanto mi toglie la crema con una spugna puzzano e sporca e mi mette una seconda crema, cambia punta al suo trapano e inizia con un’altra sessione di massaggio al viso e tempie. Vale ormai è piegata e continua a farmi foto e video. Tolta anche quest’ultima crema con la stessa spugna che usano anche per pulire i piatti, mi mette un cerchietto in testo e poi spalma con un pennello una maschera per il viso. Ora usa il trapano per massaggiarmi la testa e il collo, poggia il trapano da estetista e inizia a massaggiarmi la testa con schiaffoni e grattate con dita. La sua espressione non cambia per niente, io mi sento in un film di comiche, il mio barbiere preferito riapre il suo armadio e tira fuori una cosa che sembra una levigatrice con la quale mi fa un massaggio alle spalle, alla schiena, intanto la maschera si sta seccando e inizia a tirarmi la pelle. Il massaggio è piacevole soprattutto al collo, sono molto contratto visto che i materassi dove dormiamo sono duri. Ora è arrivato il momento di togliere la maschera con la famosissima spugna e non contento mi spalma una crema al cetriolo, mi mette il gel, del dopobarba, mi asciuga con dei tovaglioli di carta che mi si appiccicano e per finire una bella spruzzata di profumo per ambienti al gusto di limone. Signori e signore ora arriva il momento del pagamento, per l’esperienza e per l’ora e mezza di risate sono disposto a pagare anche cifre alte ma non quella che mi ha chiesto il furbetto, 1000 rupie, ne lascio 800 (10euro) e vado via discutendo. Ma alla fine è stata un’esperienza simpaticissima, solo in India possono succedere queste cose, anche se gli abbiamo lasciato gli stessi soldi che spendiamo per dormire e fare una cena. 







Torniamo alla stazione dei bus con Vale che continua a divertirsi e a prendermi in giro. Ad un certo punto inizia a piovere fortissimo, mi sembrava di vedere le stesse immagini di quando guardi le foto dei monsoni in India. Saliamo sul bus e troviamo posto dove sederci, peccato che manca un finestrino, la signora che fa da bigliettaia ci porta un pezzo di cartone per proteggerci. Il bus parte e sembra una barca, non sono passati neanche 10 minuti d quando ha iniziata a piovere e le strade sono diventate dei fiumi d’acqua. Per un pò smette di piovere ma appena arriviamo ad Hampi ricomincia l’acquazzone. Saltiamo dal bus e corriamo verso la guest house, ci impieghiamo 5 minuti e quando arriviamo sembriamo usciti dalla doccia. Abi e Nina appena ci vedono si mettono a ridere e rideranno ancora di più quando sentiranno della mia esperienza dal barbiere. 
Scopriamo che è da 10 anni che a dicembre non pioveva così tanto. Oggi è l’ultimo giorno e voglio dedicare il mio pomeriggio per vedere i disegni di un ragazzo che fa l’artista qui ad Hampi. L’ho visto appena siamo arrivati, siamo stati colpiti sia io che Abi dalle sue opere. Entro nel suo atelier e mi fa sedere per terra, iniziamo a parlare, mi racconta della sua vita, c’è una bella energia tra me e lui. E’ figlio d’arte ed è nato a Pushkar, un villaggio nel nord che ho visitato 5 anni fa. Mi dice che è molto felice di avermi incontrato e mi chiede se voglio vedere i suoi primi disegni. Da una scatola di cartone chiusa da una corda tira fuori le foto di lui da piccolo, la sua famiglia è numerosa e tutti e 3 i suoi fratelli dipingono. Lui non è andato mai a scuola e si scusa di non parlare molto bene l’inglese, io gli dico di non preoccuparsi e che il suo modo di comunicare, il suo linguaggio sono i suoi dipinti. Io gli dico che il mio di linguaggio invece è la fotografia e gli faccio vedere delle mie foto, rimane affascinato dalle foto in bianco e nero dall’Europa. Mi fa un sacco di domande e rimane a bocca aperta quando gli parlo di Venezia. Gli regalo una mia foto in bianco e nero fatta a Torino, è una signora fotografata dall’alto. Non ve la descrivo ma ve la posto, preferisco fare così. 



Ora inizio a guardarmi i suoi dipinti fatti in questi ultimi anni e ascolto le storie, quello che sentiva quando dipingeva, quello che sognava quello che sperava. Vengo risucchiato in una sua rappresentazione di Ganesh, è fatto in bianco e nero, lo metto da parte e lo voglio. Arrivano gli altri miei compagni di viaggio e mi accorgo che fuori è buio e tutti hanno fame. Io mi sto nutrendo dell’amore e delle storie del mio nuovo amico, ad un cerro punto mi vengono gli occhi lucidi perché il mio nuovo angelo mi dice che mi vuole bene e che non siamo l’uno difronte all’altro per caso. Faccio vedere il Ganesh a Vale e lei dice semplicemente woow, capisco che deve far parte della nostra casa. Abi gli porta un suo disegno e glielo regala, ci facciamo delle foto insieme e alla fine ci ascoltiamo la storia di Ganesh. Noi artisti siamo dei suoi adepti e lui è il simbolo del successo. Nareej, questo è il nome del mio amico, mi chiede quando vado via. Gli rispondo che è la nostra ultima sera. Lui non vuole farmi uscire e mi chiede il mio book di foto per farmi un mio ritratto su una pagina bianca. Rimaniamo per altri 20 minuti in silenzio ci guardiamo negli occhi in silenzio e lui mi ritrae. Stiamo parlando di più ora e sento che è veramente speciale. Lo salutiamo e tutti escono in silenzio con una sensazione bellissima in pancia. Nel frattempo Nina per prendersi avanti ha già preso gli ordini per la cena e quando arriviamo nel nostro ristorante è già tutto pronto. Facciamo la nostra ultima cena chiacchierando con il proprietario della sua vita e della sua famiglia. Inizia a piovere di nuovo  e torniamo in camera bagnati. Buona notte Hampi, grazie per avermi riempito la pancia, grazie per avermi insegnato molto.

Peace, love and light


mr.D






INDIA DEL SUD WHY NOT!? - Capitolo 6

HAMPI 3rd Day
Anche sta mattina prima di fare colazione andiamo a vivere la magia del Ghat, questo luogo è tappa anche di gite scolastiche e stamattina ci sono tantissimi ragazzini con il cambio in mano che vengono a fare il bagno sacro. Sembra una piscina religiosa, ci sono le persone adulte che sono isolate per affari loro a fare il rito del bagno e i ragazzini sembrano di stare in un parco acquatico, qualcuno si lamenta dell’agitazione che si è creata, io e Vale invece ci divertiamo a guardarli.

Foto di Valentina
Torniamo in guest house ed è ancora presto, non sono neanche le 8, Abi e Nina sono svegli e si attivano subito per andare a noleggiare le bici insieme a noi. Stamattina decidiamo di andare a fare una gita in bici finchè non inizia il caldo del pomeriggio. 
Direzione cascate, il proprietario della guest house ci spiega la strada e si parte a tutta velocità. Attraversiamo il villaggio e scopro alla prima frenata che il freno della ruota dietro è a sinistra e quindi rischio di cadere perché schiaccio con naturalezza come sempre il freno di destra. 
Arrivati alla piantagione di banani ci raggiunge di corsa un ragazzo, si presenta e ci dice di seguirlo per andare alle cascate. Si chiama Rama, è scalzo e ci fa strada in questa piccola giungla di alberi di banane. Usciti dalla piantagione prendiamo un’altro sentiero e finiamo a camminare in un letto del fiume che durante il periodo dei monsoni è pieno d’acqua. Rama ci porta a di qua e di là, scala le rocce senza problemi e noi ci chiediamo come avremmo fatto se non ci fosse stato lui. Arriviamo alle piccole cascate e poi ci rilassiamo vicino a una mega piscina naturale dove bagniamo i piedi e ci rilassiamo. E’ proprio bella la natura che ci circonda, rocce giganti tutte levigate dalla potenza dell’acqua diventano delle nostre poltrone oppure degli animali e mostri immaginari che la nostra fantasia crea.





Inizia a fare caldo e Rama ci riporta alle bici, gli lasciamo una mancia e andiamo a fare colazione dalla nostra famiglia Indiana. Il pomeriggio ci rilassiamo sul terrazzo della guest house e io faccio un giro per fare qualche foto in strada. Come i vecchi rimango attratto da un cantiere, stanno restaurando l’esterno del tempio e il modo in qui lavorano sembra quello degli antenati. Hanno creato una catena di persone che si passa un secchio con la terra scavata e poi l’ultimo la butta in un grosso contenitore. Rimango nella mia macchina del tempo reale e osservo il principio di collaborazione, di quanto siamo organizzati e di quanto regresso c’è ancora in questo paese che è popolato da più di 1 miliardo di persone.


L’India in alcuni momenti ti sembra di stare nel medioevo e in altri ti vedi i bambini giocare con i tablet, non puoi farci niente ti devi lasciare andare e assorbire, lasciarti nutrire di queste esperienze che incontri, tenere gli occhi e la pancia sempre aperti. Sono le più belle lezioni di vita, il “viaggiare” è una delle mie materie preferite. Voglio dare tutto me stesso ed essere me stesso in questa scuola, incontrare sempre maestri nuovi e avere la possibilità di imparare da tutti senza dover dimostrare niente a nessuno condividendo il mio sapere.

HAMPI 4th Day
Qui ad Hampi lo dobbiamo dire, si sta proprio bene. Come rito anche sta mattina andiamo al Ghat, dall’altra parte del fiume c’è un’altro villaggio. In prevalenza è fatto di guest house ed è popolato per la maggior parte da backpackers, ci siamo stati ma non ci ha colpito molto, tranne i diversi racconti di alcuni viaggiatori che vengono qui per fare arrampicata, boulder in realtà. Dev’essere uno dei posti più famosi al mondo per questa specialità.
Finita la nostra oretta di ritiro spirituale al Ghat andiamo a fare qualche acquisto nei vari negozi, ed essendo i primi clienti torniamo in camera soddisfatti di come ci hanno trattati. 



Abi passa il pomeriggio a fare i suoi disegni, Nina legge i suoi libri insieme a Vale, davanti a noi abbiamo la vita del villaggio che ci scorre davanti, le scimmie sono delle comiche, saltano da un tetto all’altro, rubano dai ristoranti le salse che rimangono sui tavoli e noi ci sentiamo protetti perché su ogni terrazzo c’è un bastone per cacciarle via. Potrei rimanere ore qui a godermi il “dolce far niente” italiano. finisco di guardare e sistemare le mie foto sul computer e aspetto la luce buona per andare a fare 2 passi e fotografare gli attori di Hampi.



Esco dal villaggio e vado a vedermi le rovine dei templi che sono stati distrutti dai musulmani centinaia di anni fa, ora questa rivalità non esiste e vivono tutti insieme.
L’India è uno degli stati con più religioni, la gente ogni tanto pratica anche le altre religioni giusto per curiosità, perché magari gli piace un rito o perché sono curiosi. Sono tutti sereni e convivono in un modo da far invidia. Io invece mi sento un vero ignorante perché non so quanto vorrei delle loro religioni, mi do il compito di leggere qualcosa a riguardo quando tornerò a casa, intanto cercherò di capire qualcosa dai loro racconti.


Le religioni mi affascinano da quando viaggio in questi paesi, in Europa purtroppo senza offendere nessuno ma le religioni sono un bel buisness. Spero un giorno di cambiare idea, lo spero per me e per chi dedica una parte della sua vita per un credo.

Peace, love and light
Mr.D