martedì 23 novembre 2010

Vientiane

19 novembre 2010

Vientiane Vang Vien






Mi sveglio e sento già il bisogno di partire e spostarmi al nord, a Luang Prabang, ma non posso non fermarmi a Vang Vien. Si dice che per questa città c’è amore e odio da parte dei turisti.

Mi prendo il biglietto con partenza all’una e ho tutta la mattinata per vedermi la città, soprattutto quello che mi interessa cioè il mercato locale.

Sono pronto dopo una colazione a base di panino con la baguette e caffè laotiano. Qui finalmente trovo il pane, non è loro ma è stato importato grazie al colonialismo Francese.

Il mercato è meraviglioso, sono l’unico bianco in mezzo a migliaia di persone, non passo inosservato e molti mi sorridono e si lasciano fotografare.

Quì è tutto un delirio e le cose nuove da vedere sono infinite. entro nei vicoli strettissimi e bui, pesci che saltano dalle vasche, cavallette fritte e frutta e verdura stranissima. Non è il posto migliore per fotografare e anche le parole per descrivere il tutto non riesco a trovarle.

Ormai è giunta l’ora per partire, sul pulmino siamo in 4 backpacker, ma in un attimo l’autista fa salire altre persone locali e siamo full.

Per fare i 140km ci mettiamo 5 ore, non riesco a chiudere gli occhi, il paesaggio che mi circonda è surreale, metto via anche il libro e incollo il naso al finestrino.

Arriviamo a Vang Vien prima del tramonto, ho il culo distrutto e male alle mani a forza di tenermi per non saltellare durante il tragitto movimentato. Diciamo che viaggiare in Laos è una buona palestra, mi fanno persino male gli dominali.

La guest house è un pò fuori dal centro, per mangiare faccio una passeggiata di 5 minuti e fuori da un locale c’è un’australiana che mi rimorchia con il suo free shot di Tiger Lao ( un whisky non male ).

Mi siedo e ordino da mangiare, la ragazza continua a versarmi bicchieri tutto il tempo, all’ottavo le dico stop e da lì non l’ho più vista. Anche perchè il locale, come tutti gli altri si riempito di giovani australiani, canadesi e americani in cerca di sballo e



why not!?


mr.d


Viaggio per il Laos



17 novembre 2010

Viaggio per il Vientiane




E’ arrivato il giorno della partenza per il Laos, lascio la Thailandia e la saluto con un arrivederci.

I pullman partono alle 20.00 e ho ancora una giornata per girare a Chang Mai e salutarmi bene con Simone.

Ci facciamo un giro per i templi e a fine giornata ceniamo in un posto molto economico ma il cibo molto buono.

Guardo l’ora e vedo che sono le 19.30, sono in ritardo visto che non ho considerato la distanza e il traffico della sera. Arrivo alla stazione e scopro che i pullman è full. Non posso rimanere qui un’altro giorno e comincio a parlare con l’autista, finchè non arriviamo ad un accordo che mi piace molto. Cioè viagiare nella cabina dell’autista a metà prezzo. Cerco di scendere ancora qualcosina con il prezzo e poi gli dico Why not man!?

Salgo e ci sono altri 2 autisti, presumo che si daranno il cambio, io mi trovo la mia situazione, mi copro bene, visto che l’aria condizionata è a palla.

Prendo sonno subito, peccato che dopo un paio di ore non sono più l’unico viaggiatore in cabina. Salgono altri 3 locali, si siedono al mio fianco e gentilissimi cercano di non disturbarmi, io cerco di fargli più spazio possibile assumendo la posizione fetale, ma che comoda.

Il viaggio dura un’eternità, ma il panorama che mi vedo dalla cabina è spettacolare. Il cellulare è scarico e non so più neanche che ore sono, ci scaricano a 40 km dal confine, sono l’unico backpacker. Trovo un tuk tuk che mi porta al confine ad un prezzo ragionevole.

Le pratiche per il visto sono veloci e in mezz’ora sono sul ponte dell’amicizia che collega la Thailandia e il Laos.

Sono nella capitale a Vientiane, il primo impatto sono le bandiere rosse con falce e martello che sventolano per le st

rade insieme a quelle del Laos.

Un’altro tuk tuk mi porta in centro e incomincia la ricerca della stanza, qui i prezzi sono alti, quindi ne scelgo una con il bagno in comune, ma l’importante che sia pulita.

Dopo un riposino sono pronto per girare la città, vado a cambiare i soldi e mi ritrovo il portafogli pieno di banconote da: 500, 2000, 20000, 50000.

Non riesco ad abituarmi a questi soldi ma facendo il conto sono riuscito a mangiare una buona cena per 3 euro con la mitica Beerlao...



Buonanotte Laos, I’m here...





why not!?


mr.d


giovedì 18 novembre 2010

Phalong e dintorni 6th day

16 novembre 2010

Phalong e dintorni


Mi sveglia il gallo, non ci credo ma sono le 5.30, rimango ancora a girami sul pavimento dove ho dormito e vedo che la mia zanzariera aveva dei buchi grandi 10 cm. Non sono stato punto da nessun insetto per fortuna. La notte è stata lunghissima, ho dormito vera

mente poco, i suoni della jungla mi hanno tenuto sveglio per tutta la notte e sotto di me sentivo rumori di chissà quali animali.

Verso le 7.00 mi alzo, e anche le 2 famiglie del villaggio sono in piena vita, la mamma di Naphun sta lavando i panni nel fiume e le due bimbe si stanno preparando.Tutti gli altri compagni di trekking, stanno dormendo e io mi

metto sulle panchine a scrivere, ecco che arriva Naphun con il palloncino giallo e mi chiede di giocare, mi alzo e mi sento già carico grazie a lei.

Mi deve salutare perchè è ora di andare a scuola, prende lo zainetto e il suo baloon, la vedo allontanarsi saltellando e giocando, ogni tanto si gira per salutarmi con la mano.

Pian piano si svegliano tutti, Tony ci ha prepa

rato la colazione con uova, pane caldo e tè. Prendiamo le nostre cose e ci incamminiamo per andare a fare il giro sugli elefanti.

Passiamo in mezzo a delle risaie e vediamo dei contadini lavorare che ci salutano e si lasciano fotografare.

Arriviamo dagli elefanti e saliamo in coppia su ciascun elefante, siamo io e Simone, abbiamo dato il nome al nostro Marcello, lo abbiamo accarezzato, gli abbiamo dato da mangiare e io mi sono coccolato anche Marcellino, un piccolino di quasi un anno.

Saluto gli animali più belli al mondo e ci saliamo su delle barche di bambù per ammirare il paesaggio lungo il fiume. Fa molto caldo e come se Tony lo capisse ci dice che ci porta a fare il bagno alle cascate. Woow, ci voleva proprio, le cascate sono piccolissime ma l’acqua è ottima. Da qui facciamo pausa pranzo con un super buffet di cibo Thai sempre molto buono e concludiamo la gita con un rafting spericolato pieno di adrenalina e urla.

Mi sono proprio divertito e torno a Chang Mai contento e stanchino. Ritorniamo alla guest house dove stavamo e Simone va subito a farsi un “massage”, io mi fermo con la ragazza inglese a bere qualcosa al bar della guest house e a passarle le foto della gita, le voleva assolutamente, tutte e 195. Non ho saputo dirle di no e visto che era il suo compleanno glielo regalate così come erano.

Si fa ora di cena, mangiamo qualcosina in giro e già non mi sento più abituato ai neon che ci sono e il kaos.

Domani si riparte, io per il Laos e Simone per il sud.

Ciao Thai, a presto...

why not!?


mr.d


Phalong 5th day



15 novembre 2010

Phalong


Ci svegliamo presto, oggi andiamo a fare il trekking. Facciamo colazione al volo pensando di essere in ritardo ma ci tocca aspettare per tre quarti d’ora il ragazzo dell’agenzia al bar della guest house.

Il ragazzo che ci viene a prendere riesce a farsi perdonare con il suo sorriso e la sua solarità.

Saliamo sulla jeep e non siamo da soli, con noi ci sono una ragazza inglese, un francese e la sua ragazza Thai e infine si aggiungono anche 2 svizzeri, un’altro francese e non poteva mancare l’israeliano nato in russia.

Siamo un bel gruppo e la nostra guida si chiama Tony, un ragazzo Thai di 23 anni molto simpatico e cortese, io l’ho preso subito di simpatia e l’ho soprannominato Tony Maccaroni.

Prima di raggiungere il posto da dove sarebbe partito il trekking ci fermiamo in allevamento di farfalle e orchidee, nulla di speciale ma faceva parte del pacchetto.

Un’altra mezz’ora di fuoristrada e iniziamo la camminata nella jungla, siamo circondati da versi di animali strani, alberi intrecciati, colori meravigliosi e umidità da paura.

Dopo 3 ore di trekking poco impegnativo, ma rilassante, che ti lasciava lo spazio e il tempo di pensare e nello stesso momento osservare cose nuove, ci fermiamo in un piccolo di villaggio per una pausa di 40 minuti.

Io sono l’unico ad allontanarmi per fare un giro, gli altri si rinfrescano e riposano.

Da lontano sento delle urla di bambini e cerco di individuare la provenienza, eccoli trovati, sono dentro un cespuglio e stanno raccogliendo qualcosa.

Come sempre il primo approccio è quello più difficile, soprattutto quando non parlano l’ingles

e, ma qualche pernacchia e finta caduta mi rende ridicolo ai loro occhi e riesco ad incuriosirli. Cominciamo a ridere e scherzare e ad avvicinarci sempre di più, qualcuno si lascia anche toccare, capisco che è arrivato il momento di mettere il magico naso rosso e da qui in poi è stato un’esplosione di emozioni e adrenalina. Qui capisco cosa vuol dire essere felici, esserlo io e per qualche minuto anche loro. Ma loro lo sono già nella loro vita, non hanno perso quel istinto, noi occidentali invece facciamo fatica a trovarlo.

Grazie alla lettura di Terzani ( Un indovino mi disse) osservo molto di più questo popolo e penso invece a quello che siamo noi e io nella mia vita in Italia, dobbiamo imparare molto da loro e non cercare invece di fargli morire con la nostra modernizzazione. Gli stiamo pian piano soffocando.

riporto qui un pezzo del libro che in questi giorni mi sta facendo guardare con occhi diversi questo paese: “ In apparenza tutto va bene, oggigiorno in Asia. Le guerre sono finite, la pace, anche quella ideologica, regna, con

pochissime eccezioni, sull’intero continente e ovunque non si fa altro che parlare di crescita economica. Eppure proprio ora questo antico, grande mondo di diversità sta per soccombere. Il cavallo di Troia è la -

Invece di continuare sulla propria strada e cercare soluzioni asiatiche ai suoi problemi, l’Asia importa adesso, senza alcuna discriminazione, le formule del successo altrui e quindi rinuncia progressivamente alla propria diversità. Il rapido sviluppo strangola la sua cultura, mentre la pressione del nuovo materialismo spezza i legami tradizionali, distrugge i vecchi schemi di valori e toglie la fiducia in tutto ciò che non è riconducibile al denaro. Modernizzazione vuol dire occidentalizzazione e con questo l’Asia perde definitivamente la coscienza di sé. “

Ai 3 ragazzini si sono aggiunti altri bimbi e poi altri ancora che sono stati chiamati da quelli che c’erano, gli ho fatto fare il trenino e gli ho sistemati per terra. Ho giocato con le palline da giocoliere, gli facevo sparire i fazzoletti colorati nel naso e gli facevo uscire dalla mia bocca e poi ci siamo messi a rincorrerci nel prato.

Arrivo dagli altri ancora più carico di prima e parto saltellando, Tony mi dice di rallentare ma “I’m happy!!”. Altre 2 ore di trekking per arrivare nel piccolissimo villaggio di 4 case dove dormiremo.Starei tutto il giorno a giocare con loro e farmi sporcare dalle loro mani piene di terra e i loro nasi caccolosi, ma c’è un gruppo che mi aspetta per continuare il trekking.

Il posto è meraviglioso, si trova diffianco ad un fiumiciatolo con una piccola cascata dove si possiamo fare il bagno per rinfrescarci. Dimentichiamo la stanchezza e in un click abbiamo già tutti quanti il costume.

Ci rilassiamo nelle vasche naturali con l’acqua che ci scende sulle spalle, sento il mio corpo rivitalizzarsi e le nostre facce sono entusiaste e io ringrazio madre natura.

Usciamo dall’acqua dopo 40min, mi asciugo e mi siede su delle panchine al centro del villaggio, dove presumo si farà il fuoco.

Vedo arrivare dalle colline due bambine con la divisa scolastica. Una è piccolissima e l’altra avrà una decina di anni. Passano diffianco e mi salutano con un sorriso puro e naturale, vanno verso la loro capanna e lasciano lì i loro zainetti.

Vengono subito a sedersi con noi e la più piccola ha con se un quaderno e l’astuccio. Io e uno dei 2 svizzeri ci avviciniamo alla piccola e le chiediamo come si chiama, Napun. Il ragazzo svizzero parla qualche parola in Thai e cercare di formulare delle frasi per avere una conversazione con Napun, lei lo prende sul serio e comincia a correggerlo. Diamo un’occhiata al suo quaderno e noto che anche gli altri sono incuriositi e la abbiamo circondata, lei si sente protagonista e ci fa da mestra di Thai a tutti.

Finito di fare i compiti, Napun merita un premio, prendo la mia sacca da clown e le prendo un palloncino giallo, lo gonfio e iniziamo a giocare e ridere.

Napun è una bambina stupenda, ha un sorriso naturale e trasmette allegria, si vede e si sente che non è stata infettata dal stramaledetto virus della televisione.

Ormai inizia a fare buio e Tony ci chiama per la cena, ha cucinato lui, pollo al red curry, verdure e riso. Tutto molto buono e io mi mangio due piatti.

Finiamo la serata intorno al fuoco con discorsi poco belli, anche se ho cercato di deviare alla fine si è finito di parlare di donne a pagamento.

Sono andati tutti a letto molto presto, io sono rimasto intorno al fuoco a bere qualche goccia di grappa bosniaca che mi sono portato e a fumare la sigaretta della buona notte.


Buonanotte mezza luna...sei proprio bella da qualsiasi lato



why not!?


mr.d


martedì 16 novembre 2010

Ayuthaya - Chang Mai 3rd-4th day

13-14 novembre 2010

Ayuthaya - Chiang Mai 3° - 4 ° giorno


Arriviamo in questa città dopo 2 ore di treno locale dove un sacco di Thai ci ha offerto da mangiare e in molti ci hanno sorriso. Ayutthaya è una delle città principali per la bellezza e l’importanza dei suoi templi nonché in passato è stata una delle città più importanti.

E’ un isola circondata dal fiume, bisogna arrivarci con una barca e poi spostarsi in tuk tuk per visitare gli innumerevoli templi, noi decidiamo di vederne solo 3. Ne è valsa la pena, nonostante facesse molto caldo.

Passiamo poi un’oretta in un ristorante a

mangiare in riva al fiume e poi ritiriamo i bagagli che abbiamo lasciato in deposito alla stazione per soli 45 cent e aspettiamo il treno notturno per Chiang Mai.

Faccio in tempo di sistemarmi, mettermi nel mio loculo e prendo subito sonno.

Mi sveglio il giorno dopo alle 8 senza mai aprire gli occhi, il treno è in ritardo di 3 ore, ma questo mi da la possibilità di farmi qualche giro nei vagoni e ammirare il meraviglioso panorama dal finestrino. I treni sono molto puliti e pieni di occidentali zaino in spalla.

In stazione di Chiang Mai ci aspettano una cinquantina di tuk tuk, srnza aver fretta ci sediamo in locale, beviamo un succo e decidiamo dove cercare la sistemazione.

Ci spostiamo nella città vecchia e la prima guest house ci va bene, 5 euro a notte, acqua calda e stanza pulita.

Ci accorgiamo che oggi è domenica e c’è il Sunday street market proprio sotto la nostra stanza, vediamo che la gente comincia ad allestire le bancarelle e leggiamo sulla guida che inizia alle 4.00pm e finisce alle 12.00. Non abbiamo fretta, io mi faccio la doccia, Simone va a farsi un massaggio e poi si esce per trovare un’agenzia che organizza trekking in jungla e altro. Troviamo una buona offerta con: trekking - rafting - bamboo rafting - passeggiata sugli elefanti e notte in un villaggio. Contenti della scelta andiamo a festeggiare al mercato.

C’è una folla immensa di gente, luci ovunque e odori invitanti. Serata tranquilla all’insegna dello shopping, mi sono permesso solo di comprarmi dei boxer in seta super sexy con gli elefanti.

Si va a nanna presto domani ci aspettano 6 ore di trekking.
























why not!?


mr.d


BANGKOK 2nd Day

12 novembre 2010

Bangkok 2° giorno


Oh my god, good morning Bangkok!!

Sono le 8.00, anche se mi volevo svegliare un’ora dopo, sento la voglia di uscire e godermi la giornata al pieno. Come di regola alimento il mio corpo con una bella colazione, frutta: ananas, passion fruit, banana e mango con lo yogurt e poi un paio di toast. Mi circonda una situazione ridicola, c’è ancora qualche turista occidentale con la birra in mano, non ce la fanno più.

Oggi il programma prevede: stazione, Ko Ratana ( la zona dove ci sono i templi e la vita commerciale sul fiume) e infine Chinatown.

La stazione la raggiungo in tuk tuk con lo smog che mi apre i polmoni, compro i biglietti per il giorno dopo ( mi sposto al nord) e uscendo dalla stazione incontro i 2 italiani nella smoking area. Sono Luciano e Simone, due dei due ragazzi che erano sul volo con me da Milano. Simone decide di fare il giro con me, non solo di Bangkok ma si vuole spostare anche lui verso Chang mai il giorno dopo, mentre Luciano va a prenotare il biglietto per la Byrmania.

Aiuto a Simo a prendere i biglietti e inizia la visita, ci ritroviamo davanti all’ingresso del primo tempio e vediamo solo turisti e coda, nessuno dei due è intenzionato di entrare, mettiamo via la guida e ci dirigiamo verso il fiume e sentiamo la voglia e il bisogno di incrociare sorrisi e sguardi di persone locali. Così è stato, come popolo ci ha sorpreso e ci arricchito, ti sorridono sempre.

Questa parte della città è veramente affascinante e piena di persone, mi dispiace solo non aver avuto una bella luce per gustare al massimo i suoi colori, ma mi sembra che con la campana di smog che c’è qui è impossibile trovare il cielo blu e vedere il sole. Dev’essere un evento raro.

Chinatown è un orgasmo di sensazioni per gli occhi e il palato. Oggi il mio palato mi ha ringraziato, qui il cibo ha un sapore favoloso, posso ammettere che la cucina è al secondo posto, quasi al pari merito con quella italiana.

Torniamo nella zona della mia guest house con il pullman, visto che costa un decimo del tuk tuk. Ma il problema è che ci addormentiamo e ci ritroviamo dopo un’ora di viaggio al punto di partenza. Oh shit... il traffico che ci troviamo difronte ci fa decidere di prendere il tuk tuk, Abbiamo speso qualcosa in meno rispetto al prezzo normale e in 15 min arriviamo alla guest house.

Ci salutiamo e ci diamo appuntamento per la cena, io entro nella mia stanzetta e mi godo la miglio doccia fredda della mia vita.

Finisco la giornata con un’ottima cena Thai, siamo in 6 italiani e domani le nostre strade si dividono, c’è chi va fuori Thai, chi al sud, chi rimane e io e Simo al nord.

Torno nella mia camera alle 4.00am, dopo la cena siamo stati in una ex clinica che ora fa party DNB con dj internazionali. Insomma le stesse cose che puoi fare a Torino, Londra, New York, solo che qui sei a Bangkok e continuo a ripeterlo...è un kaos.


Ciao Bangkok, ma devo scappare...



why not!?


mr.d


domenica 14 novembre 2010

Bangkok 1st Day



11 novembre 2010

Bangkok 1° giorno



Il viaggio è stato lunghissimo, meno male che ho trovato dei ragazzi italiani sul volo che sono stati di buona compagnia e quindi sono stato sveglio tutta la notte, facendo piazza con birre in mano sui sedili dell’aereo.

Atterrato a Colombo (Sri Lanka) ho passato 7 ore nella transit zone con Alessandro (cuoco Sardo) a raccontarci della nostra vita, in mezzo ad una scenografia bella, perchè vedevo elefanti ovunque. Erano marchi di banche, disegni sulle bustine dello zucchero, ornamenti da casa, insomma è il simbolo di questo paese dell’Asia a me sconosciuto.

Da Colombo si riprende l’aereo e dopo cinque ore terribili di viaggio atterro a Bangkok.

Questa città l’ho sentita nominare nei racconti di molte persone, e tutti confermano che sia un bordello. Appena esco dall’aeroporto mi scontro su un muro invisibile di umidità e smog, mi sposto verso la città in pullman e scendo a San Khao ( zona frequentata dai Backpackers), qui scelgo la mia guest house, pulita, economica ma con l’acqua fredda. Me la cavo con 12 euro per 2 notti.

Avrei dovuto dormire e recuperare qualche ora di sonno, ma mi butto subito sotto la doccia e sono pronto per uscire.

Mi fermo davanti all’entrata della guest house per memorizzare i punti di riferimento per il rientro della sera, accendo la sigaretta e subito mi si avvicinano 2 ragazze Thailandesi in modo affettuoso, mandandomi dei bacini e chiedendomi se volevo divertirmi. Le faccio capire che non sono interessato e mi incammino nel kaos della via principale. I neon dei locali illuminano la strada, musica occidentale in tutti i posti e fiumi di birra che vengono bevuti.

Tra centinaia e centinaia di occidentali rincontro i ragazzi italiani dell’aereo e insieme andiamo a mangiare dell’ottimo cibo locale in giro per i chioschi, Stuzzicando qua e la a prezzi economici.

Stanco morto propongo di sederci in un locale ad ascoltare un ragazzo che suona pezzi storici e bere qualche birra Thai.

Al nostro tavolo le birre cominciano a scendere giù come acqua e mi accorgo che sono entrato anch’io nel giro, si siedono con noi ragazzi di diverse nazionalità e ognuno racconta qualche sua esperienza o qualche consiglio su dei posti da vedere. Un modo ideale per chiarirmi le idee e capire dove spostarmi, chiedendo informazioni utili. Sono riuscito a farmi una bozza di itinerario per i primi 5 giorni, dedicandomi al nord Thailandia.

Senza volerlo sono le 4 del mattino e il mio corpo è uno straccio, saluto tutti e torno nella mia camera 3x2 dando la buona notte a Bangkok....


laku noc


why not!?


mr.d