lunedì 29 novembre 2010

Luang Prabang 2nd day




Luang Prabang


Alzarsi con il gallo kikirikiki non è male, nonostante avessi i tappi è riuscito a darmi l’input per alzarmi. Sentivo rumori di vita quotidiana dei vicini laotiani e incuriosito mi preparo ed esco con la mia macchina foto al collo.

Prima di iniziare a cercar di noleggiare una bici mi metto a fare colazione al fresh market. Posto ideale per osservare della vita locale. Ci sono i bambini in divisa scolastica a dare un mano ai genitori a montare le bancarelle, fanno colazione seduti su delle casse di frutta e poi si preparano per andare a scuola. La sera gli vedi invece al night market sotto la lampadina della bancarella a fare i compiti e nel momento in cui si avvicina un turista interrompono lo studio per contrattare il prezzo con una calcolatrice.




Trovo la bici in un’agenzia per 2$, mi segno bene sulla cartina dove si trova il posto in modo tale da non avere i problemi a ritrovare l’agenzia e inizio a pedalare facendomi rinfrescare dall’aria mattutina.

Attraverso alcuni ponti in bambù che mi fanno allontanare dalla città e passo in mezzo a villaggi dove le donne tessono la seta ai telai e le galline ti tagliano la strada. Sono proprio pazze, ho rischiato di prenderle sotto mille volte.

Sono sul lungo fiume, un affluente del maestoso Mekong e d’improvviso sento voci di bambini e cerco la loro provenienza, mi incuriosisce perchè stanno urlando da matti.

Le urla di gioia provengono dal fiume, proprio sotto di me, sono sulla pendenza della riva a fare gli scivoli bagnando il terreno e scivolando col sedere sulla camera d’aria di una bici. Guardarli è proprio divertente, sono pieni di fango e ogni tuffo è una risata generale. Non si accorgono di me, sono proprio presi dal gioco, mi avvicino passando di fianco ai loro vestiti e gli arrivo alle spalle con il palloncino giallo dicendo “Sabadì”, è il saluto laotiano, loro si girano e mi sorridono. Gli regalo il palloncino, lo tengono in mano a turno, si tuffano con lui e poi se lo passano.


Io gli osservo e fotografo, vorrei tanto farmi il bagno anch’io, ma sono senza costume e non mi va di andare in giro infangato visto che sono ad una 15 di km dalla città.

Dopo un pò sono in mezzo al fiume a passarsi il palloncino e continuare a ridere, io mi fumo una sigaretta osservando la loro felicità e torno in città salutandoli.

Arrivando in città trovo per caso Marco e Mario, si stanno rinfrescando i piedi nel fiume, gli raggiungo e anch’io mi rilasso.

Siamo tutti felici e positivi, loro sono riusciti a fotografare qualche volto interessante e io ho avuto un altro incontro speciale.

Si avvicina un ragazzino che vende dei souvenir, non so come ha fatto a vederci, prova a venderci qualcosina ma capisce che non siamo dei buoni clienti, vede in noi però la voglia di giocare e allora anche lui si toglie la maglia e si mette a giocare in acqua con noi.

Ci divertiamo tutti e 4, io regalo un’altro palloncino giallo e giochiamo a pallavolo come i bambini.

Anche lui, Hati, è riuscito a sentirsi bambino, con il suo povero inglese mi ha detto che ha 10 anni e che non va sempre a scuola, perchè deve lavorare.


Andiamo a mangiare e a ripararci dal sole in un ristorante in riva al Mekong, a tavola si parla di fotografia e Marco e Mario mi fanno molte domande, finito di mangiare è arrivato il momento di mettere in pratica la mini lezione. I ragazzi si lanciano con me e cercano di seguirmi, di scattare gli stessi soggetti e a volte invece ero io che dicevo cosa andare a fotografare, con la regola che se una persona ti sorride, significa che è pronta a farsi fotografare e tu ovviamente gli ringrazi e a volte scambi qualche parola o solamente un incrocio di sguardi e sorrisi.

Il pomeriggio fotografico è stato positivo ed è stato un bel modo come sempre a scambiare un sorriso.

Ormai è giunta l’ora del tramonto sul Mekong e sei sei a Luang Prabang non te lo puoi perdere.


Ci fermiamo a prendere un paio di birre in un chiosco e andiamo alle scale sulla riva. Oggi ai ragazzi voglio insegnare a fare la silhouette. Io faccio due scatti, quelli che volevo, l’uomo con la canna di bambù in mano in cima alla barca e di sfondo i rossi, arancioni, gialli del tramonto.

Poi mi siedo e mi carico di luce guardando l’orizzonte, anche i ragazzi si siedono e si godono questo momento.

Ci fa alzare la fame e la voglia di pesce buonissimo alla brace. Me ne mangio uno grossissimo con le bacchette e devo dire che è un’ottimo modo per gustarselo.

Ci diamo la buona notte in riva al Mekong dandoci appuntamento domani mattina alle 6.30 per andare a vedere i monaci prendere l'elemosina.

Marco e Mario mi salutano "buonanotte maestro" io rido...


Sabadì Laos...Sabadì sabadì





why not!?


mr.d