giovedì 18 novembre 2010

Phalong 5th day



15 novembre 2010

Phalong


Ci svegliamo presto, oggi andiamo a fare il trekking. Facciamo colazione al volo pensando di essere in ritardo ma ci tocca aspettare per tre quarti d’ora il ragazzo dell’agenzia al bar della guest house.

Il ragazzo che ci viene a prendere riesce a farsi perdonare con il suo sorriso e la sua solarità.

Saliamo sulla jeep e non siamo da soli, con noi ci sono una ragazza inglese, un francese e la sua ragazza Thai e infine si aggiungono anche 2 svizzeri, un’altro francese e non poteva mancare l’israeliano nato in russia.

Siamo un bel gruppo e la nostra guida si chiama Tony, un ragazzo Thai di 23 anni molto simpatico e cortese, io l’ho preso subito di simpatia e l’ho soprannominato Tony Maccaroni.

Prima di raggiungere il posto da dove sarebbe partito il trekking ci fermiamo in allevamento di farfalle e orchidee, nulla di speciale ma faceva parte del pacchetto.

Un’altra mezz’ora di fuoristrada e iniziamo la camminata nella jungla, siamo circondati da versi di animali strani, alberi intrecciati, colori meravigliosi e umidità da paura.

Dopo 3 ore di trekking poco impegnativo, ma rilassante, che ti lasciava lo spazio e il tempo di pensare e nello stesso momento osservare cose nuove, ci fermiamo in un piccolo di villaggio per una pausa di 40 minuti.

Io sono l’unico ad allontanarmi per fare un giro, gli altri si rinfrescano e riposano.

Da lontano sento delle urla di bambini e cerco di individuare la provenienza, eccoli trovati, sono dentro un cespuglio e stanno raccogliendo qualcosa.

Come sempre il primo approccio è quello più difficile, soprattutto quando non parlano l’ingles

e, ma qualche pernacchia e finta caduta mi rende ridicolo ai loro occhi e riesco ad incuriosirli. Cominciamo a ridere e scherzare e ad avvicinarci sempre di più, qualcuno si lascia anche toccare, capisco che è arrivato il momento di mettere il magico naso rosso e da qui in poi è stato un’esplosione di emozioni e adrenalina. Qui capisco cosa vuol dire essere felici, esserlo io e per qualche minuto anche loro. Ma loro lo sono già nella loro vita, non hanno perso quel istinto, noi occidentali invece facciamo fatica a trovarlo.

Grazie alla lettura di Terzani ( Un indovino mi disse) osservo molto di più questo popolo e penso invece a quello che siamo noi e io nella mia vita in Italia, dobbiamo imparare molto da loro e non cercare invece di fargli morire con la nostra modernizzazione. Gli stiamo pian piano soffocando.

riporto qui un pezzo del libro che in questi giorni mi sta facendo guardare con occhi diversi questo paese: “ In apparenza tutto va bene, oggigiorno in Asia. Le guerre sono finite, la pace, anche quella ideologica, regna, con

pochissime eccezioni, sull’intero continente e ovunque non si fa altro che parlare di crescita economica. Eppure proprio ora questo antico, grande mondo di diversità sta per soccombere. Il cavallo di Troia è la -

Invece di continuare sulla propria strada e cercare soluzioni asiatiche ai suoi problemi, l’Asia importa adesso, senza alcuna discriminazione, le formule del successo altrui e quindi rinuncia progressivamente alla propria diversità. Il rapido sviluppo strangola la sua cultura, mentre la pressione del nuovo materialismo spezza i legami tradizionali, distrugge i vecchi schemi di valori e toglie la fiducia in tutto ciò che non è riconducibile al denaro. Modernizzazione vuol dire occidentalizzazione e con questo l’Asia perde definitivamente la coscienza di sé. “

Ai 3 ragazzini si sono aggiunti altri bimbi e poi altri ancora che sono stati chiamati da quelli che c’erano, gli ho fatto fare il trenino e gli ho sistemati per terra. Ho giocato con le palline da giocoliere, gli facevo sparire i fazzoletti colorati nel naso e gli facevo uscire dalla mia bocca e poi ci siamo messi a rincorrerci nel prato.

Arrivo dagli altri ancora più carico di prima e parto saltellando, Tony mi dice di rallentare ma “I’m happy!!”. Altre 2 ore di trekking per arrivare nel piccolissimo villaggio di 4 case dove dormiremo.Starei tutto il giorno a giocare con loro e farmi sporcare dalle loro mani piene di terra e i loro nasi caccolosi, ma c’è un gruppo che mi aspetta per continuare il trekking.

Il posto è meraviglioso, si trova diffianco ad un fiumiciatolo con una piccola cascata dove si possiamo fare il bagno per rinfrescarci. Dimentichiamo la stanchezza e in un click abbiamo già tutti quanti il costume.

Ci rilassiamo nelle vasche naturali con l’acqua che ci scende sulle spalle, sento il mio corpo rivitalizzarsi e le nostre facce sono entusiaste e io ringrazio madre natura.

Usciamo dall’acqua dopo 40min, mi asciugo e mi siede su delle panchine al centro del villaggio, dove presumo si farà il fuoco.

Vedo arrivare dalle colline due bambine con la divisa scolastica. Una è piccolissima e l’altra avrà una decina di anni. Passano diffianco e mi salutano con un sorriso puro e naturale, vanno verso la loro capanna e lasciano lì i loro zainetti.

Vengono subito a sedersi con noi e la più piccola ha con se un quaderno e l’astuccio. Io e uno dei 2 svizzeri ci avviciniamo alla piccola e le chiediamo come si chiama, Napun. Il ragazzo svizzero parla qualche parola in Thai e cercare di formulare delle frasi per avere una conversazione con Napun, lei lo prende sul serio e comincia a correggerlo. Diamo un’occhiata al suo quaderno e noto che anche gli altri sono incuriositi e la abbiamo circondata, lei si sente protagonista e ci fa da mestra di Thai a tutti.

Finito di fare i compiti, Napun merita un premio, prendo la mia sacca da clown e le prendo un palloncino giallo, lo gonfio e iniziamo a giocare e ridere.

Napun è una bambina stupenda, ha un sorriso naturale e trasmette allegria, si vede e si sente che non è stata infettata dal stramaledetto virus della televisione.

Ormai inizia a fare buio e Tony ci chiama per la cena, ha cucinato lui, pollo al red curry, verdure e riso. Tutto molto buono e io mi mangio due piatti.

Finiamo la serata intorno al fuoco con discorsi poco belli, anche se ho cercato di deviare alla fine si è finito di parlare di donne a pagamento.

Sono andati tutti a letto molto presto, io sono rimasto intorno al fuoco a bere qualche goccia di grappa bosniaca che mi sono portato e a fumare la sigaretta della buona notte.


Buonanotte mezza luna...sei proprio bella da qualsiasi lato



why not!?


mr.d