martedì 30 novembre 2010

Luang Prabang - Pakse



Luang Prabang - Pakse


Questa mattina mi sono svegliato prima del gallo. Mi viene da fare kirikiki a squarciagola, ma penso che non sia una buona idea. Questo pensiero mi da già positività e in un’attimo sono pronto per uscire. Lo zaino lo lascio e lo prendo dopo perchè ho prenotato il pick up.

Fuori fa freschino, la luce è ancora timida e c’è una leggera nebbiolina, qualcuno ha già il fuoco acceso e prepara il cibo, qualcuno è in giro con il pigiama. Sono tutti sorridenti e super attivi, faccio una passeggiata di 20min e incrocio Marco e Mario, i monaci non sono ancora usciti, ma la gente si sta preparando per donare il cibo, in maggior parte è sticky rice. Vedo anche però che in un’attimo siamo circondati da centinaia di turisti con le macchine foto in mano.

Dopo una mezz’oretta passata con un buon black Lao cofee vediamo le prime macchie arancioni muoversi in fila, da lontano sembrano una fiamma che taglia la via.

La massa di turisti si accalca per fotografarli e io cerco di evitare tutto ciò e mi metto in delle vie secondarie dove passano lo stesso ma non ci sono turisti.



Riesco a fare anch’io qualche scatto, ma rimango piuttosto ad osservare questa coda di drago arancione che si muove per la città raccogliendo e donando ai più poveri.

Verso le sette la strada prende un’altra aria, io mi saluto con Marco e Mario e mi faccio l’ultima colazione al fresh market dalla solita signora che mi versa il caffè senza che glielo chiedessi. Un gesto che mi fa piacere e ti resta in testa.

Il viaggio di oggi è uno dei più duri, mi devo spostare dal nord al sud e sono 24h di pullman. Il primo pullman ci impiega tra varie soste 10h per fare 360km, strada indimenticabile per la quantità di buche e l’impossibilità di dormire. Le altre 14h di viaggio sono su un’altro pullman, night bus con il letto, peccato che il letto è singolo ma ci devono stare 2 persone e a me mi tocca dormire con un americano di 2 metri, ho “dormito” come una mummia fasciata e a volte con il spiaccicato al finestrino, meno male che c’era la luna da guardare, così soffice e gialla.

Arriviamo per le 8 a Pakse, sono un pezzo di legno da buttare, ho tutti i muscoli duri e il collo distrutto. Ci sono altri backpackers e insieme a 6 di loro prendo un tuk tuk. Sono 3 coppie, 2 francesi e una svizzera. Sono simpatici e insieme cerchiamo la guest house. Ne troviamo una economica ma bisognava aspettare un’ora che si liberassero le camere. Giusto il tempo per fare colazione tutti insieme.

Sono dei ragazzi veramente in gamba, hanno quasi tutti la mia età tranne un ragazzo che ne ha 39. Una coppia è in luna di miele per 4 mesi per tutta l’asia del sud. Ora fanno Laos, Cambogia e poi su in Byrmania e concludere in Thailandia.

Finito di fare colazione ci si mette d’accordo di andare a fare una gita prima di pranzo. Lascio organizzare a loro, io sono distrutto, mi propongono: visita villaggio - cascate - campi di coltivazione del caffè per un prezzo ragionevole.

Alle undici mi stanno tutti aspettando, saliamo sul furgoncino e inizia il tour, andiamo a vedere delle cascate molto belle, non facciamo il bagno ma ci siamo rinfrescati lo stesso. Il posto dove siamo stati è super rilassante, infatti ognuno di noi si è scelto uno scoglio e ci siamo messi a pensare ammirando la meraviglia di questa madre natura. Come è potente, ti attira a se e non ti molla.


Dalle cascate facciamo una piccola sosta pranzo in un posto molto bello in mezzo alla foresta e poi ci fermiamo al villaggio dove vive una tribù che parla una lingua totalmente diversa da quella Laotiana e che svolgono delle cerimonie molto antiche. Ad esempi ci hanno fatto vedere delle bare scavate in tronchi di legno o altre cose sui sacrifici degli animali. Ma io non ho seguito la guida. Sono stato distratto da un gruppo dei bambini e mi muovevo con loro, non volevo disturbare la guida e glia altri e quindi mi allontano con i ragazzini. Tiro fuori il mio palloncino giallo e si gioco da matti, ad un certo punto gli altri mi chiamano per andare a provare del loro tabacco che fumano con una pipa di bambù con dentro dell’acqua. Sono seduti in cerchio sotto una casa, noi siamo all’esterno e ci passano la pipa.

Mi accorgo che tra di loro c’è un bambino che ha le mani e i piedi tutti rigidi, la bocca semi paralizzata, mi avvicino per giocare con lui, mi fanno spazio e sono anch’io nel cerchio. Quando mi avvicino il bimbo inizia a ridere, gli faccio le linguacce e gli tocco il pancino, scoppia dalle risate e io scoppio in pancia, mi vengono quasi le lacrime. Non riesco ad andare via, il bambino mi tiene per mano, gonfio un palloncino anche a lui e chiedo alla guida se sa cos’ha il bimbo. Mi dice che ha problemi di salute e non sa nulla di più, non è mai stato visitato da un dottore. Stringo ancora la pancia e cerco di resistere, mi faccio le ultime risate con lui e mi tocca andare via.


Salgo sul pulmino e non parlo più finchè non arrivo nella mia stanza per farmi una doccia fredda.

Ceno insieme ai ragazzi francesi e decidiamo di andare alle 4000isole insieme il giorno dopo.

Perfetto sono dei buoni compagni di viaggio. Torno nella mia stanza e mi addormento pensando al piccolo bimbo del villaggio.


buonanotte bambini



why not!?


mr.d