mercoledì 17 dicembre 2014

INDIA DEL SUD WHY NOT!? - Capitolo 7

HAMPI 5th Day
Oggi il villaggio è bagnato, ha piovuto tutta la notte, ora ha smesso ma le strade sono fangose. Mi vesto in fretta e schizzo fuori perché voglio fare foto di riflessi nelle pozzanghere. 
Dopo un paio di ore torno in stanza e facciamo un giro dall’altra parte del fiume, una piccola passeggiata e ultimi acquisti. Io e Vale ci accorgiamo che abbiamo finito i contanti e dobbiamo andare a prelevare, l’unico bancomat è a 15km da qui e prendiamo un bus per raggiungere la cittadina.



Ci accoglie un bel caos, eravamo abituati alla vita shanti shanti di Hampi e qui ci impieghiamo un po' per abituarci. Preleviamo i soldi e si fanno due passi. Un signore dalla sua bottega mi chiede se voglio farmi la barba, rispondo con il mio slogan “why not!?” ed entro con Vale. Ci fa accomodare in una piccola stanza poco pulita e molto in disordine, ci sono creme e attrezzi da barbiere ovunque. Inizia a spalmarmi la schiuma, mi fa la barba, mi corregge le basette e i baffi, poi inizia a spalmarmi uno strato densissimo di una crema. Vale incomincia a ridere, lui sempre muto e serio tira fuori dal suo armadio un attrezzo a forma di trapano e inizia a massaggiarmi il viso. Vale è in lacrime e mi prende in giro. Intanto mi toglie la crema con una spugna puzzano e sporca e mi mette una seconda crema, cambia punta al suo trapano e inizia con un’altra sessione di massaggio al viso e tempie. Vale ormai è piegata e continua a farmi foto e video. Tolta anche quest’ultima crema con la stessa spugna che usano anche per pulire i piatti, mi mette un cerchietto in testo e poi spalma con un pennello una maschera per il viso. Ora usa il trapano per massaggiarmi la testa e il collo, poggia il trapano da estetista e inizia a massaggiarmi la testa con schiaffoni e grattate con dita. La sua espressione non cambia per niente, io mi sento in un film di comiche, il mio barbiere preferito riapre il suo armadio e tira fuori una cosa che sembra una levigatrice con la quale mi fa un massaggio alle spalle, alla schiena, intanto la maschera si sta seccando e inizia a tirarmi la pelle. Il massaggio è piacevole soprattutto al collo, sono molto contratto visto che i materassi dove dormiamo sono duri. Ora è arrivato il momento di togliere la maschera con la famosissima spugna e non contento mi spalma una crema al cetriolo, mi mette il gel, del dopobarba, mi asciuga con dei tovaglioli di carta che mi si appiccicano e per finire una bella spruzzata di profumo per ambienti al gusto di limone. Signori e signore ora arriva il momento del pagamento, per l’esperienza e per l’ora e mezza di risate sono disposto a pagare anche cifre alte ma non quella che mi ha chiesto il furbetto, 1000 rupie, ne lascio 800 (10euro) e vado via discutendo. Ma alla fine è stata un’esperienza simpaticissima, solo in India possono succedere queste cose, anche se gli abbiamo lasciato gli stessi soldi che spendiamo per dormire e fare una cena. 







Torniamo alla stazione dei bus con Vale che continua a divertirsi e a prendermi in giro. Ad un certo punto inizia a piovere fortissimo, mi sembrava di vedere le stesse immagini di quando guardi le foto dei monsoni in India. Saliamo sul bus e troviamo posto dove sederci, peccato che manca un finestrino, la signora che fa da bigliettaia ci porta un pezzo di cartone per proteggerci. Il bus parte e sembra una barca, non sono passati neanche 10 minuti d quando ha iniziata a piovere e le strade sono diventate dei fiumi d’acqua. Per un pò smette di piovere ma appena arriviamo ad Hampi ricomincia l’acquazzone. Saltiamo dal bus e corriamo verso la guest house, ci impieghiamo 5 minuti e quando arriviamo sembriamo usciti dalla doccia. Abi e Nina appena ci vedono si mettono a ridere e rideranno ancora di più quando sentiranno della mia esperienza dal barbiere. 
Scopriamo che è da 10 anni che a dicembre non pioveva così tanto. Oggi è l’ultimo giorno e voglio dedicare il mio pomeriggio per vedere i disegni di un ragazzo che fa l’artista qui ad Hampi. L’ho visto appena siamo arrivati, siamo stati colpiti sia io che Abi dalle sue opere. Entro nel suo atelier e mi fa sedere per terra, iniziamo a parlare, mi racconta della sua vita, c’è una bella energia tra me e lui. E’ figlio d’arte ed è nato a Pushkar, un villaggio nel nord che ho visitato 5 anni fa. Mi dice che è molto felice di avermi incontrato e mi chiede se voglio vedere i suoi primi disegni. Da una scatola di cartone chiusa da una corda tira fuori le foto di lui da piccolo, la sua famiglia è numerosa e tutti e 3 i suoi fratelli dipingono. Lui non è andato mai a scuola e si scusa di non parlare molto bene l’inglese, io gli dico di non preoccuparsi e che il suo modo di comunicare, il suo linguaggio sono i suoi dipinti. Io gli dico che il mio di linguaggio invece è la fotografia e gli faccio vedere delle mie foto, rimane affascinato dalle foto in bianco e nero dall’Europa. Mi fa un sacco di domande e rimane a bocca aperta quando gli parlo di Venezia. Gli regalo una mia foto in bianco e nero fatta a Torino, è una signora fotografata dall’alto. Non ve la descrivo ma ve la posto, preferisco fare così. 



Ora inizio a guardarmi i suoi dipinti fatti in questi ultimi anni e ascolto le storie, quello che sentiva quando dipingeva, quello che sognava quello che sperava. Vengo risucchiato in una sua rappresentazione di Ganesh, è fatto in bianco e nero, lo metto da parte e lo voglio. Arrivano gli altri miei compagni di viaggio e mi accorgo che fuori è buio e tutti hanno fame. Io mi sto nutrendo dell’amore e delle storie del mio nuovo amico, ad un cerro punto mi vengono gli occhi lucidi perché il mio nuovo angelo mi dice che mi vuole bene e che non siamo l’uno difronte all’altro per caso. Faccio vedere il Ganesh a Vale e lei dice semplicemente woow, capisco che deve far parte della nostra casa. Abi gli porta un suo disegno e glielo regala, ci facciamo delle foto insieme e alla fine ci ascoltiamo la storia di Ganesh. Noi artisti siamo dei suoi adepti e lui è il simbolo del successo. Nareej, questo è il nome del mio amico, mi chiede quando vado via. Gli rispondo che è la nostra ultima sera. Lui non vuole farmi uscire e mi chiede il mio book di foto per farmi un mio ritratto su una pagina bianca. Rimaniamo per altri 20 minuti in silenzio ci guardiamo negli occhi in silenzio e lui mi ritrae. Stiamo parlando di più ora e sento che è veramente speciale. Lo salutiamo e tutti escono in silenzio con una sensazione bellissima in pancia. Nel frattempo Nina per prendersi avanti ha già preso gli ordini per la cena e quando arriviamo nel nostro ristorante è già tutto pronto. Facciamo la nostra ultima cena chiacchierando con il proprietario della sua vita e della sua famiglia. Inizia a piovere di nuovo  e torniamo in camera bagnati. Buona notte Hampi, grazie per avermi riempito la pancia, grazie per avermi insegnato molto.

Peace, love and light


mr.D